
Con l’avvicinarsi del nuovo anno, diverse aziende tecnologiche leader sono pronte a lanciare i primi chipset a 2 nm, segnando una pietra miliare significativa nell’innovazione dei semiconduttori. TSMC, un attore di spicco del settore, si sta preparando per questa transizione: a quanto pare, ha iniziato ad accettare ordini già ad aprile di quest’anno. Il gigante taiwanese dei semiconduttori prevede di avviare la produzione su larga scala in quattro diversi stabilimenti, con l’ambizioso obiettivo di produrre 60.000 unità al mese. Tuttavia, questo progresso ha un prezzo elevato per i clienti che intendono sfruttare queste tecnologie all’avanguardia nel 2026.
Si prevede che i chip da 2 nm di TSMC costeranno il 50% in più rispetto alle varianti da 3 nm
Durante la fase di sperimentazione, i tassi di rendimento a 2 nm di TSMC hanno raggiunto il 60%, il che indica che l’azienda è quasi pronta per la produzione di massa. Importanti leader del settore come Apple, Qualcomm e MediaTek trarranno vantaggio da questa tecnologia avanzata nel prossimo anno. I report di Liberty Times Net rivelano che i quattro stabilimenti di produzione sono strategicamente situati a Kaohsiung e Hsinchu, con lo stabilimento P1 già in fase di produzione di massa, con una produzione mensile di 10.000 wafer.
L’impianto P2, attualmente in fase di installazione delle apparecchiature, prevede di avviare la produzione pilota entro i prossimi tre o quattro mesi, con una capacità massima prevista di 30.000 unità mensili. Nel frattempo, l’impianto P1 di Hsinchu ha completato le fasi di produzione sperimentale e sta passando alla produzione di massa su larga scala, contribuendo a una produzione complessiva stimata di 30.000-35.000 unità da entrambi gli impianti.
Nonostante questi elevati obiettivi di produzione, TSMC ha dichiarato che non offrirà sconti ai clienti, il che si traduce in un costo stimato di 30.000 dollari per unità. Per mitigare queste spese, TSMC ha introdotto il servizio “CyberShuttle” ad aprile, consentendo a clienti come Apple di valutare il proprio silicio su un wafer di test condiviso, riducendo così i costi complessivi. Inoltre, il panorama competitivo potrebbe cambiare con l’intenzione di Samsung di lanciare il suo Exynos 2600, pubblicizzato come il suo primo SoC GAA a 2 nm, con un potenziale calo dei prezzi se la concorrenza riuscisse a migliorare le proprie capacità produttive e l’efficienza di rendimento.
Per ulteriori informazioni, potete fare riferimento alla fonte della notizia: Liberty Times Net.
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