
The Last of Us ha consolidato il suo status di uno dei franchise chiave di Sony. Dal lancio del suo rivoluzionario titolo originale nel 2013, non solo ha ottenuto un successo notevole, ma ha anche influenzato in modo significativo la traiettoria delle offerte di prima parte di Sony. L’impatto del franchise è evidente, avendo portato alla creazione di un sequel e di un adattamento televisivo che ha raccolto consensi e che è destinato a continuare con una seconda stagione più avanti quest’anno.
Dato il monumentale successo delle prime due puntate, è naturale che siano sorte delle speculazioni su un potenziale terzo titolo. Neil Druckmann, il direttore della serie e co-creatore, ha moderato l’entusiasmo, consigliando ai fan di non “scommettere” sull’arrivo di un terzo gioco. Suggerisce che la serie televisiva in corso potrebbe culminare come capitolo finale del franchise. Tuttavia, rimane ampio potenziale per ulteriori esplorazioni all’interno del suo universo riccamente elaborato, potenzialmente attraverso nuove esperienze di gioco che non sono necessariamente incentrate su personaggi affermati.
La seconda stagione non dovrebbe segnare la fine di The Last of Us





L’universo di The Last of Us offre vaste opportunità di espansione
Sebbene la richiesta immediata di un vero terzo capitolo possa essere discutibile, Naughty Dog ha vari modi per far prosperare il franchise attraverso spin-off o titoli ambientati nello stesso universo. Un gioco successivo non deve necessariamente ruotare attorno a Ellie, la cui narrazione ha trovato risoluzione nella Parte 2. Invece, l’attenzione potrebbe spostarsi su personaggi completamente nuovi e luoghi inesplorati, apportando nuove prospettive alla tradizione esistente.
Diversi recenti ingressi nei media di The Last of Us hanno ampliato con successo temi e personaggi, in modo particolarmente evidente nel terzo episodio della serie televisiva. Questo episodio ha fornito un’esplorazione più approfondita della relazione tra Bill e Frank, andando oltre i vincoli del gioco originale. Un potenziale nuovo gioco potrebbe adottare un approccio simile, arricchendo la tradizione principale del franchise senza essere un sequel diretto.
The Last of Us potrebbe esplorare ambientazioni internazionali
Una direzione avvincente per una nuova puntata potrebbe comportare lo spostamento della narrazione in una regione completamente diversa. Mentre i primi due giochi hanno attraversato varie parti degli Stati Uniti, vaste aree rimangono intatte e pronte per l’esplorazione. Esiste l’opportunità di rappresentare le conseguenze inquietanti del virus Cordyceps in luoghi alternativi in tutto il paese.
Inoltre, gli sviluppatori di Naughty Dog potrebbero audacemente ampliare la portata ambientando il prossimo gioco al di fuori degli Stati Uniti. Dato il focus tematico del gioco su una pandemia globale, sarebbe interessante esplorare come l’epidemia abbia influenzato diverse culture e società oltre i confini americani.
Sony dovrebbe coltivare le proprietà intellettuali come The Last of Us
Mentre i frequenti remake e remaster di The Last of Us potrebbero iniziare a stancare alcuni fan, evidenziano un aspetto importante per Sony come editore. In una recente dichiarazione, il CFO di Sony, Hiroki Totoki, ha menzionato una carenza percepita nella proprietà intellettuale originale interna. Questa osservazione solleva interrogativi, in particolare dato che Sony ha spesso trascurato di estendere la durata di vita delle sue IP su più generazioni di console. Coltivare il franchise di The Last of Us potrebbe mitigare efficacemente queste preoccupazioni.
Mentre Naughty Dog si prepara a lasciare The Last of Us dopo l’uscita della seconda stagione della serie televisiva, in particolare mentre si imbarca nel suo nuovo progetto, Intergalactic: The Heretic Prophet, rimane un potenziale sconfinato per titoli futuri. Questi potrebbero arricchire l’universo del franchise, anche se non sono conformi al formato tradizionale di The Last of Us Part 3.
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