
Apple sta affrontando sfide significative a causa della sua forte dipendenza dalle importazioni per la sua ampia gamma di prodotti. L’azienda deve affrontare questi ostacoli con cautela, soprattutto alla luce dei dazi recentemente introdotti. Alcune fonti indicano che Apple ha deciso di non trasferire i suoi impianti di produzione negli Stati Uniti, una decisione che potrebbe comportare costi sostanziali. Ciononostante, un importante fornitore di Apple, Luxshare, sta valutando la possibilità di trasferire parte della sua produzione negli Stati Uniti come contromisura ai dazi sulle importazioni recentemente introdotti dall’amministrazione Trump.
La possibile mossa di Luxshare negli Stati Uniti in risposta ai dazi
Un recente articolo di Reuters rivela che Luxshare, fornitore essenziale per Apple, sta valutando la fattibilità di trasferire parte delle sue attività produttive in America alla luce delle nuove tasse sulle importazioni. Queste tariffe, entrate in vigore oggi, impongono un’aliquota fiscale elevata del 54% sui beni esportati dalla Cina agli Stati Uniti. Questi sviluppi sono stati condivisi dalla presidente di Luxshare, Wang Laichun, durante una conference call con gli analisti, come evidenziato da Reuters.
Per chi non lo sapesse, Luxshare svolge un ruolo cruciale nella produzione dei dispositivi premium di Apple, tra cui iPhone di fascia alta, AirPods, modelli di Apple Watch e Vision Pro. Nonostante le pressioni dei dazi recentemente implementati, Wang ha indicato che Luxshare subirà limitate ripercussioni finanziarie immediate a causa del basso volume di esportazioni verso gli Stati Uniti. Tuttavia, l’azienda sta attivamente valutando strategie di investimento a lungo termine per mitigare eventuali potenziali perturbazioni commerciali. Nelle sue dichiarazioni, ha sottolineato che, sebbene alcune attività continueranno a essere svolte in Cina, l’azienda sta anche valutando l’apertura di strutture in diverse sedi globali, in particolare negli Stati Uniti.
“L’azienda ha impiegato da 1 a 1 anno e mezzo per costruire e avviare una nuova linea di produzione nei luoghi in cui aveva già una fabbrica”, ha osservato.
Alla domanda se le tariffe sarebbero state ripartite tra le aziende della filiera e i consumatori finali, Wang ha risposto:
“Ad oggi, non tutti i produttori di hardware pagano il conto delle tariffe o della logistica di magazzino… Non è mai successo niente del genere e penso che sarà così anche in futuro.”
Tuttavia, ha riconosciuto che i consumatori potrebbero richiedere prezzi più bassi a causa delle tariffe, affermando: “I clienti hanno sempre collaborato con i fornitori su come migliorare la competitività”.
Luxshare non è estranea all’espansione: attualmente opera in Malesia, Thailandia, Vietnam, Messico e Stati Uniti. Tuttavia, le sue capacità produttive negli Stati Uniti rimangono piuttosto limitate, il che solleva preoccupazioni circa potenziali perturbazioni commerciali. Sebbene Luxshare non abbia divulgato piani specifici riguardanti i tempi o le sedi delle sue proposte di espansione negli Stati Uniti, Wang ha affermato che di solito occorrono dai 12 ai 18 mesi per stabilire nuove linee di produzione nei paesi in cui l’azienda ha già operazioni. Pertanto, la tempistica per eventuali sviluppi futuri sta diventando più chiara se procederanno con i loro piani. Continueremo a monitorare attentamente la situazione per eventuali aggiornamenti.
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