Un giudice statunitense respinge l’accordo per la class action sui crediti del PlayStation Store di Sony

Un giudice statunitense respinge l’accordo per la class action sui crediti del PlayStation Store di Sony

Ostacolo legale per l’accordo proposto da Sony nella class action contro PlayStation

In un evento significativo, un giudice della Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Settentrionale della California ha respinto una proposta di accordo riguardante una class action sui crediti del PlayStation Store. Il caso è sorto dopo che i querelanti hanno accusato Sony di aver gonfiato i prezzi dei giochi digitali venduti tramite il suo PlayStation Store, il suo principale fornitore di servizi. Per risolvere la questione, Sony aveva offerto un pacchetto di accordo comprendente 7, 8 milioni di dollari in crediti del PlayStation Store, destinati a milioni di utenti del PlayStation Network.

Preoccupazioni del giudice sulla struttura dell’accordo

Nonostante la disponibilità di Sony a transare, il giudice ha sollevato diverse criticità che hanno portato al rigetto della richiesta. Una questione fondamentale riguarda la natura degli accordi transattivi con cedole, che tendono a essere considerati sfavorevolmente in tribunale. Questa specifica mozione si è rivelata carente in quanto non ha fornito una stima del risarcimento per i membri del gruppo qualora avessero ottenuto il riconoscimento delle loro pretese. Inoltre, non forniva alcuna indicazione sugli sconti applicabili a tali pretese: queste carenze ostacolano la capacità della Corte di valutare adeguatamente l’equità dell’accordo transattivo proposto.

Requisiti per la nuova presentazione

La Corte ha sottolineato che qualsiasi nuova istanza di approvazione preliminare deve includere un grafico dettagliato che illustri la distribuzione prevista dell’accordo transattivo di 7.850.000 dollari. Tale grafico dovrebbe includere stime per le spese legali, i premi per i servizi, i costi amministrativi e altre spese, insieme a una chiara previsione di quanto ciascun singolo Membro della Classe potrebbe potenzialmente ricevere. Inoltre, la caratterizzazione dei crediti dell’account PlayStation Network (“PSN”) come buoni di transazione solleva ulteriori interrogativi sul loro valore e sulla loro sostenibilità come forma di risarcimento.

La posizione di Sony e il contesto globale

Sebbene Sony abbia negato qualsiasi illecito correlato alle accuse, l’azienda ha affermato che l’accordo transattivo è stata una mossa strategica per evitare l’aumento dei costi e le interruzioni associati a un contenzioso prolungato. Alla luce della sentenza del giudice, rimane incerto se gli utenti PlayStation beneficeranno effettivamente dei crediti proposti. Inoltre, è stata avviata una causa correlata nel Regno Unito, dove i querelanti stanno ottenendo risarcimenti sostanzialmente superiori a quelli richiesti nel caso statunitense.

Questa continua saga legale mette in luce le complesse dinamiche tra diritti digitali e tutela dei consumatori nel settore dei videogiochi, stimolando dibattiti su equità e responsabilità tra grandi aziende come Sony.

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