Un ex ingegnere Microsoft spiega perché Windows è problematico

Un ex ingegnere Microsoft spiega perché Windows è problematico

L’intuizione di Dave Plummer su Windows: un appello al cambiamento

Dave Plummer, un illustre ex ingegnere di Microsoft, è noto per il suo contributo a numerosi componenti di Windows, tra cui Task Manager, l’iconico Space Cadet Pinball per Windows NT e il supporto per i file ZIP. Di recente, Plummer si è avventurato in una discussione più provocatoria, esprimendo apertamente le sue opinioni sul perché, a suo avviso, Windows “faccia schifo”.

Affrontare la frustrazione degli utenti

Nel suo video su YouTube intitolato ” Windows “SUCKS”: How I’d Fix It”, Plummer illustra l’equilibrio che Microsoft cerca di raggiungere per rendere il sistema operativo accessibile agli utenti meno esperti. Tuttavia, sostiene che semplificando l’interfaccia, le esigenze degli utenti avanzati siano state trascurate. Per porre rimedio a questo problema, propone l’introduzione di un interruttore che attivi una versione semplificata di Windows. Questa versione limiterebbe le richieste non necessarie per i suggerimenti delle app, bloccherebbe le ricerche web non richieste durante le richieste locali, centralizzerebbe le impostazioni di sistema e integrerebbe strumenti essenziali come Windows Subsystem for Linux (WSL), curl, Windows Terminal e WinGet direttamente nell’esperienza Windows.

Trasparenza sulla telemetria

Plummer ha anche affrontato la controversa questione della telemetria in Windows, osservando che il termine ha acquisito connotazioni negative. Invece di eliminare le funzionalità di telemetria, sostiene un modello che promuova la trasparenza. Plummer suggerisce di creare un “registro della privacy” che registri tutte le attività sui dati in un formato intuitivo e offra agli utenti la possibilità di disabilitare specifici pacchetti di dati inviati a Microsoft.

Potenziare le scelte degli utenti

Un altro punto significativo sollevato da Plummer riguarda la scelta dell’account utente durante la configurazione iniziale del software. Ritiene che gli utenti debbano avere la possibilità di scegliere autonomamente tra un account locale e un account Microsoft, pur essendo pienamente informati sui vantaggi e gli svantaggi di ciascuna opzione. Inoltre, sottolinea l’importanza di implementare gli aggiornamenti di Windows durante le ore non di punta, integrandoli con una semplice opzione di rollback per evitare interruzioni durante i periodi di produttività cruciali.

Il menu Start ridisegnato in Windows 11

Un canale di vendita? Il dilemma dell’upselling

Plummer sottolinea anche una tendenza preoccupante che percepisce in Windows: assomiglia sempre più a una piattaforma di vendita che promuove prodotti Microsoft aggiuntivi. Per contrastare questo fenomeno, ribadisce la necessità di un interruttore per sopprimere i suggerimenti indesiderati. Riconosce, tuttavia, che ottenere supporto per questa modifica potrebbe rappresentare una sfida ardua per i dirigenti Microsoft che danno priorità alle metriche di coinvolgimento basate sulle interazioni degli utenti con i contenuti suggeriti. Questo, secondo Plummer, è uno dei motivi principali per cui molti utenti esprimono insoddisfazione nei confronti di Windows, sentendosi come se stessero subendo una campagna di vendita per un sistema operativo che hanno già acquistato.

Conclusione: ricerca del feedback degli utenti

Le prospettive di Plummer offrono uno sguardo affascinante sui meccanismi interni dello sviluppo di Windows. Le sue proposte sottolineano l’urgente necessità per Microsoft di rivalutare il proprio approccio all’esperienza utente, in particolare per quanto riguarda autonomia, trasparenza ed equilibrio tra funzionalità e marketing.

Cosa ne pensi di Windows 11 e della sua efficacia complessiva? Condividete il punto di vista di Plummer sulla necessità di una revisione radicale per ripristinare il controllo utente? Vi invitiamo a condividere le vostre opinioni nella sezione commenti qui sotto!

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