
Ubisoft affronta azioni legali per la chiusura del server di The Crew
Nel novembre 2024, Ubisoft si è trovata nei guai quando due giocatori californiani hanno intentato una causa contro il gigante del gaming per l’improvvisa chiusura dei server di *The Crew*.I querelanti hanno paragonato questa azione allo scenario in cui si acquista un flipper e il produttore invade la loro casa, rimuovendo componenti vitali come le palette e i paraurti, lasciando una scocca inutilizzabile.
La causa ha evidenziato la tesi secondo cui Ubisoft avrebbe ingannato i consumatori suggerendo loro di acquistare un gioco, mentre in realtà avevano semplicemente acquisito una licenza limitata per accedervi. Questa affermazione è stata particolarmente toccante per un querelante, che aveva acquistato un disco fisico di *The Crew*, un prodotto reso inutilizzabile a seguito della chiusura del server.
La risposta di Ubisoft alle reazioni negative dei giocatori
In risposta alle reazioni negative dei giocatori, Ubisoft ha annunciato aggiornamenti per *The Crew 2* e *The Crew Motorfest*, introducendo modalità offline che avrebbero consentito di continuare a giocare anche dopo la chiusura dei server, prevista per l’inizio del 2024. Tuttavia, questo impegno non è stato esteso a *The Crew*, che ha dovuto chiudere completamente i server a marzo 2024, alimentando ulteriormente le lamentele dei querelanti.
Secondo quanto riportato da Polygon, Ubisoft ha difeso con fermezza la propria posizione in tribunale, sostenendo che i querelanti avrebbero dovuto capire che acquistando *The Crew* stavano acquisendo solo una licenza, e non la proprietà del gioco stesso.
“Frustrati dalla recente decisione di Ubisoft di ritirare il gioco dopo un periodo di preavviso delineato sulla confezione del prodotto, i querelanti applicano un approccio sbrigativo per conto di una presunta categoria di clienti a livello nazionale”, ha affermato Ubisoft nella sua difesa.
Ubisoft ha inoltre sostenuto che i ricorrenti avevano ampiamente apprezzato *The Crew*, giocandoci per diversi anni prima della sua chiusura programmata, comunicata ufficialmente nel dicembre 2023. Secondo Ubisoft, questo accesso prolungato costituiva il giusto valore ricevuto per il loro acquisto.
Dopo aver effettuato i loro acquisti, i querelanti hanno potuto accedere a The Crew per anni prima che Ubisoft decidesse, alla fine del 2023, di ritirare il gioco e chiudere i server del videogioco, uscito dieci anni prima. I querelanti hanno beneficiato del loro accordo e non possono più lamentarsi di essere stati ingannati semplicemente perché Ubisoft non ha creato una versione offline del videogioco, ormai fuori produzione.
Alla luce della risposta legale di Ubisoft, i ricorrenti hanno modificato le loro argomentazioni, contestando l’affermazione di aver utilizzato appieno *The Crew* durante i suoi anni di attività. Hanno sostenuto che non vi era alcuna indicazione che i server sarebbero mai stati disattivati.
Il contesto più ampio della proprietà del gioco
Questa causa riflette problematiche più ampie nel settore dei videogiochi in merito alla proprietà digitale. In particolare, Valve aveva affrontato problematiche simili alla fine dello scorso anno introducendo un avviso su Steam, informando i giocatori che gli acquisti erano licenze di accesso e non proprietà del gioco vero e proprio. Ciò ha segnato un passo significativo verso una maggiore trasparenza nelle vendite di giochi digitali.
Con lo svolgersi di questa battaglia legale, è probabile che si accendano le discussioni sui diritti dei consumatori nel settore del gioco digitale, aumentando la consapevolezza sulle implicazioni della proprietà percepita rispetto alla licenza effettiva nelle transazioni sui videogiochi.
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