“Severance” offre l’adattamento definitivo di un tropo abusato

“Severance” offre l’adattamento definitivo di un tropo abusato

La serie *Severance* ha apportato una svolta rivoluzionaria per quanto riguarda la rappresentazione del cliché della moglie morta, in particolare nella seconda stagione, episodio 7 intitolato “Chikhai Bardo”.Questo episodio non solo rivela che la moglie di Mark, Gemma, è viva, ma esplora anche la complessità della loro relazione, offrendo una nuova prospettiva che eleva la narrazione nel suo complesso.

Come scrittrice, trovo spesso poco stimolanti le narrazioni guidate da protagonisti maschili che piangono donne morte o rapite. Perdonatemi se non ho voglia di buttarmi da un dirupo solo per sottolineare come le persone care dell’eroe siano perennemente in pericolo.È quasi comico come, in molti casi, la risposta dell’eroe implichi tipicamente l’isolamento e la rinuncia totale alle connessioni emotive. I protagonisti maschili seguono davvero una formula fin troppo spesso.

In *Severance*, scopriamo che la moglie di Mark Scout (interpretato da Adam Scott) è, in effetti, la consulente del benessere nota come Miss Casey. Inizialmente, mi sono avvicinato allo show con scetticismo, temendo che potesse percorrere un terreno familiare. Tuttavia, *Severance* è riuscita a invertire questo tropo abusato, trasformandolo in un episodio che terrò in grande considerazione. Nel giro di un’ora, Gemma si evolve da un semplice espediente narrativo a un personaggio completamente realizzato.È una lezione per i registi che cercano di ritrarre eroi maschili motivati ​​da donne morte o scomparse: se si vuole impegnarsi in questo tropo, almeno assicurarsi che i personaggi femminili siano rappresentati con profondità e sfumature.

Gemma: un personaggio con profondità e autonomia

Sebbene non abbiamo ancora informazioni specifiche sul cognome di Gemma, che sia Scout, Casey-Scout o qualcosa di completamente diverso, le informazioni che ricaviamo su di lei sono significative. Insegna letteratura russa e dimostra la sua padronanza della lingua, esplorando opere che non si limitano solo ad *Anna Karenina* o *Guerra e pace*.La sua filosofia del dono dimostra che i gesti ponderati contano più dei grandi progetti (Mark, prendi nota: pianta fattorie, non formicai!).Gemma si dedica anche ad hobby come i puzzle, il che indica la sua profondità e curiosità intellettuale.

A differenza delle tipiche rappresentazioni, “Chikhai Bardo” presenta le esperienze di Gemma in modo vivido. Non ci viene semplicemente raccontata la sua storia attraverso la narrazione; siamo testimoni dei suoi sentimenti, ambizioni e frustrazioni. Ciò aderisce al detto “mostra, non raccontare”.Invece di rivivere semplicemente i bei ricordi di Mark, otteniamo informazioni sulle sue emozioni e circostanze, rendendo il suo personaggio genuino e riconoscibile.

Anche se si ritrova intrappolata, Gemma non è semplicemente una figura passiva in attesa di essere salvata. Sebbene possa non avere lo spirito ribelle di Helly R., non è nemmeno così compiacente come Innie di Dylan o la versione precedente di Irving. Vivendo in un appartamento spoglio e sterile pieno di cibo gonfiabile e una libreria solitaria, esprime il suo desiderio di tornare a una vita normale e cerca conversazioni genuine. Alla fine dell’episodio, diventa chiaro che ha fatto più tentativi di fuga, con le sue passate azioni ribelli accennate quando Drummond allude al suo precedente alterco con il dottor Mauer.

Gemma: imperfetta ma determinata

Un altro aspetto avvincente della trama di Gemma è la sua complessità nel contesto del tropo della moglie morta o scomparsa. Non siamo certi se Gemma sia stata rapita o se sia entrata volontariamente a Lumon, forse senza comprenderne appieno le ramificazioni. Se così fosse, avrebbe un grado di responsabilità simile a coloro che accettano la procedura di separazione. In quanto individuo intelligente, probabilmente comprende che sottoporre un Innie a compiti estenuanti si manifesta come una forma di tormento. Nonostante le sue imperfezioni, Gemma rimane determinata a reclamare la sua libertà.

Inizialmente, ero assorto nella missione di Mark S.di riunirsi con sua moglie. Tuttavia, ora la mia attenzione si è spostata su Gemma, con cui provo profonda empatia. In un panorama narrativo che spesso si oppone alle rappresentazioni di donne decedute o scomparse come semplici ripensamenti, è rinfrescante vedere *Severance* investire un autentico sforzo nello sviluppo del suo personaggio. Per dirla in parole povere: *Severance* onora la realtà che la moglie di Mark, Gemma, è una persona poliedrica il cui valore non si basa esclusivamente sulla sua relazione con un personaggio maschile. Complimenti a Kier per aver creato una narrazione così trasformativa!

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