Secondo un rapporto, NVIDIA e AMD devono contribuire con il 15% delle vendite limitate di GPU in Cina per ottenere l’approvazione della licenza negli Stati Uniti

Secondo un rapporto, NVIDIA e AMD devono contribuire con il 15% delle vendite limitate di GPU in Cina per ottenere l’approvazione della licenza negli Stati Uniti

Il presente articolo non costituisce un consiglio di investimento e l’autore non detiene alcuna posizione in nessuno dei titoli azionari menzionati.

NVIDIA e AMD stringono un accordo di condivisione dei ricavi con gli Stati Uniti per le vendite di GPU AI in Cina

Secondo un recente rapporto del Financial Times, NVIDIA e AMD hanno concordato di versare al governo degli Stati Uniti il 15% dei ricavi derivanti dalle vendite di unità di elaborazione grafica per intelligenza artificiale (GPU AI) in Cina. Questo accordo è vincolato alle loro licenze per l’esportazione di GPU AI in Cina e fa seguito a una proroga concessa dal governo degli Stati Uniti lo scorso luglio, che ha consentito l’elaborazione delle loro licenze di vendita.

L’accordo nasce in un contesto in cui entrambe le aziende stanno affrontando un calo dei ricavi a causa delle restrizioni alle vendite in Cina. I report indicano che i ricavi coperti da questo accordo includono le GPU H20 di NVIDIA e gli acceleratori AI MI308 di AMD, diventati parte integrante delle attività delle aziende.

Licenze NVIDIA e impatto sul mercato

Venerdì scorso, fonti governative hanno confermato che NVIDIA aveva iniziato a ricevere le licenze di esportazione. La notizia è emersa poco dopo che l’amministratore delegato di AMD aveva dichiarato in un’intervista che la sua azienda non aveva ancora ricevuto autorizzazioni simili. AMD ha riconosciuto un calo significativo del suo utile operativo nell’ultimo rapporto fiscale, in parte dovuto al calo delle vendite in Cina. Lo stato attuale delle richieste di licenza di AMD rimane poco chiaro, sebbene NVIDIA abbia già registrato progressi in questo settore.

Prima delle restrizioni, NVIDIA aveva registrato un fatturato di ben 4, 6 miliardi di dollari dai suoi chip H2O nel primo trimestre, con la Cina che rappresentava circa il 12, 5% delle vendite totali. Dopo l’annuncio degli utili a maggio, le azioni di NVIDIA hanno registrato un rimbalzo, poiché l’impatto delle restrizioni alle vendite è stato meno grave del previsto: 1 miliardo di dollari in meno rispetto alle proiezioni.

Valutazione e prospettive future

La crescente domanda globale di prodotti di intelligenza artificiale di NVIDIA, unita alle previsioni ottimistiche degli analisti sulla futura crescita dell’intelligenza artificiale, ha spinto le azioni dell’azienda a livelli senza precedenti nel 2025. Questa ripresa ha ripristinato lo status di NVIDIA come azienda più preziosa al mondo, riprendendosi dalla significativa flessione seguita alla svendita di DeepSeek a gennaio.

Unità di elaborazione grafica NVIDIA con design intricato e componenti metallici su sfondo scuro.

Entrate del governo degli Stati Uniti dalle vendite di GPU

La quota di fatturato del 15% derivante dalle vendite di NVIDIA potrebbe potenzialmente generare oltre 2 miliardi di dollari per il governo degli Stati Uniti, solo dalle vendite di chip cinesi nel 2025. La logica alla base di questa riscossione di entrate potrebbe dipendere dall’utilizzo dei fondi per affrontare il deficit commerciale degli Stati Uniti, soprattutto perché i dazi continuano a essere una questione urgente nei negoziati commerciali.

Sebbene AMD non abbia ancora rilasciato dichiarazioni in merito al rapporto del Financial Times, NVIDIA ha riconosciuto la propria conformità alle normative stabilite dal governo statunitense per il commercio internazionale.È possibile che l’amministrazione Trump possa destinare i ricavi derivanti da queste vendite a sostegno del settore manifatturiero americano dei semiconduttori.

Dinamiche commerciali più ampie tra Stati Uniti e Cina

Le discussioni sulle GPU per l’intelligenza artificiale si sono intensificate nel contesto delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, in particolare perché la Cina esprime un forte interesse a rimuovere le attuali restrizioni all’esportazione. Recenti analisi rivelano l’interesse di Pechino per i chip di memoria ad alta larghezza di banda (HBM) avanzati, che sono anch’essi soggetti alle normative statunitensi a causa dell’apporto tecnologico americano nella loro progettazione e produzione. In particolare, i chip HBM sono componenti essenziali nelle GPU per l’intelligenza artificiale; pertanto, qualsiasi chip futuro non autorizzato alla vendita in Cina che integri HBM sarà intrinsecamente soggetto a restrizioni.

Fonte e immagini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *