
Sebastian Stan ha recentemente festeggiato la sua prima nomination all’Oscar per il suo avvincente ruolo di Donald Trump nel film biografico The Apprentice. In anteprima nell’ottobre 2024, il film si addentra negli anni formativi di Trump durante gli anni ’70, mostrando il suo mentoring sotto Roy Cohn, una figura chiave dietro il senatore Joseph McCarthy.
Questa nomination si aggiunge al notevole repertorio di Stan, con la sua interpretazione di Jeff Gillooly in I, Tonya che è un’altra performance eccezionale.The Apprentice ha ottenuto un impressionante punteggio dell’82% su Rotten Tomatoes, con un forte cast di supporto che include Jeremy Strong, Maria Bakalova, Martin Donovan e Charlie Carrick.
In una recente intervista con The Hollywood Reporter, Stan ha espresso profondo apprezzamento per la sua candidatura, descrivendosi come “senza parole” e “umile”.Ha riconosciuto l’onore come una manifestazione del “sogno americano” e ha esteso la sua gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito al progetto. Ecco come ha espresso i suoi sentimenti:
Sono senza parole. Sono onorato. Credo che questo sia ciò che intendono con il sogno americano. Sono così grato a tutti coloro che hanno reso possibile l’impossibile. Grazie per questo coraggioso riconoscimento.
Impatto della nomination su Stan and The Apprentice
Il fascino di Hollywood per le controversie: la performance di Stan





La rappresentazione di Stan di un giovane Trump ha scatenato un notevole dibattito, in particolare per quanto riguarda la rappresentazione non adulterata del film di una figura storica divisiva. Mentre alcuni spettatori ammirano il film per il suo sguardo perspicace sull’ascesa di Trump e le sue tattiche moralmente ambigue, i critici sostengono che rischia di umanizzare una personalità controversa, potenzialmente glorificando un comportamento che molti trovano inquietante. Inoltre, ci sono discussioni sull’accuratezza storica del film.
Mentre si svolge la stagione dei premi 2024-2025, il riconoscimento di Stan lo posiziona tra altri formidabili candidati come Adrien Brody, Timothée Chalamet, Colman Domingo e Ralph Fiennes. Questa circostanza accende anche dialoghi essenziali su come il cinema si rapporta alla politica contemporanea, soprattutto perché le narrazioni biografiche penetrano sempre di più nella narrazione mainstream.
Approfondimenti sulla nomination di Stan all’Oscar
Mirando a sfidare le prospettive del pubblico

La performance sfumata di Stan nei panni di Donald Trump illustra l’ambizione del film di incitare il pensiero e il dialogo attorno a questioni politiche del mondo reale, in particolare nell’attuale clima volatile degli Stati Uniti. Questa nomination non solo elogia la bravura recitativa di Stan, ma sottolinea anche il ruolo di The Apprentice nel promuovere discussioni critiche sull’intersezione tra film e discorso politico.
Per maggiori dettagli potete leggere l’intervista completa su The Hollywood Reporter.
Per ulteriori approfondimenti e immagini sul viaggio di Stan, visita Screen Rant.
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