‘Running Point’: gli americani hanno provato sensazioni simili guardando ‘Ted Lasso’?

‘Running Point’: gli americani hanno provato sensazioni simili guardando ‘Ted Lasso’?

Esplorare l’attrattiva delle sitcom sportive: uno sguardo a Running Point

Per molti, me compreso, il fascino delle sitcom incentrate sullo sport è innegabile. Dopo il successo di Ted Lasso, mi sono ritrovato attratto dall’ultima serie di Netflix, Running Point. Creata da un talentuoso trio (Ike Barinholtz, Mindy Kaling ed Elaine Ko), la serie vede Kate Hudson nei panni di Isla Gordon, che si fa avanti per guidare una squadra di basket fittizia di Los Angeles dopo che suo fratello è entrato in riabilitazione.

La sfida dei divari culturali

Nonostante il mio apprezzamento per la serie, devo ammettere che la mia conoscenza del basket è piuttosto limitata. Questa mancanza di familiarità potrebbe derivare dalla minore popolarità del basket in Europa, dove il football, quello che gli americani chiamano soccer, domina il panorama sportivo. Mentre nazioni come la Lituania e la Spagna hanno fatto progressi nella promozione del basket, questo rimane oscurato dal football nella cultura europea. Immergermi in Running Point mi ha fatto sentire simile a come il pubblico nordamericano avrebbe potuto sperimentare Ted Lasso, navigando tra riferimenti e termini sportivi con vari gradi di comprensione.

Trovare un terreno comune nell’umorismo

Sebbene il basket abbia la sua quota di fan negli Stati Uniti e in Canada, è chiaro che le sitcom incentrate su argomenti così di nicchia potrebbero rischiare di alienare gli spettatori. Questo concetto ha forse alimentato la popolarità di sitcom più generalizzate in cui i personaggi condividono esperienze con cui identificarsi in contesti familiari. Tuttavia, Running Point, simile al suo predecessore, sfida questa aspettativa, raggiungendo un pubblico globale grazie all’ampia piattaforma di Netflix. La serie ha già ottenuto un rinnovo per una seconda stagione, a testimonianza del suo fascino, anche tra coloro che non hanno familiarità con il basket.

Dinamiche dei personaggi: un territorio familiare

In termini di sviluppo dei personaggi e dinamiche, Running Point vanta sorprendenti somiglianze con Ted Lasso. Isla Gordon di Hudson rispecchia Rebecca Welton di Hannah Waddingham. Sebbene i loro percorsi verso la leadership siano diversi, entrambe affrontano la sfida di dimostrare le proprie capacità in sfere dominate dagli uomini. Gli splendidi costumi (gli abiti chic di Rebecca contro gli eleganti tailleur di Isla) aggiungono un livello di profondità alle loro lotte, sottolineando come le donne al potere affrontino le aspettative della società.

Quando gli archetipi incontrano la commedia

Inoltre, il cast corale di Running Point riecheggia gli amati personaggi di Ted Lasso. Ali Lee, interpretato da Brenda Song, incarna un ruolo simile a Keeley Jones di Juno Temple, mentre Travis Bugg di Chet Hanks risuona con Jamie Tartt (Phil Dunster) di inizio stagione. Marcus Winfield di Toby Sandeman condivide punti in comune con Roy Kent di Brett Goldstein, interpretando leader anziani alle prese con la pensione. Nel frattempo, giocatori emergenti come Dyson Gibbs (Uche Agada) e Sam Obisanya (Toheeb Jimoh) evocano un senso di cameratismo e competizione che gli appassionati di commedie sportive apprezzano.

Il cuore dello spettacolo: la crescita del personaggio prima dello sport

La conclusione fondamentale è che una sitcom può prosperare anche all’interno dei confini di uno sport specifico, a patto che la narrazione dia priorità alla crescita del personaggio rispetto allo sport stesso. In Ted Lasso, il football ha fatto da sfondo allo sviluppo emotivo e, allo stesso modo, Running Point consente a Isla e ai suoi fratelli di evolversi nel mondo del basket professionistico. Mentre si adattano alla loro nuova realtà all’interno del franchise Waves, gli spettatori possono prevedere significative trasformazioni personali.

Una formula vincente per le sitcom del futuro

In definitiva, questo approccio è una strategia collaudata per il successo e solleva una domanda interessante: vedremo una sitcom a tema hockey all’orizzonte? Dato il mio affetto nostalgico per The Mighty Ducks, sarei più che pronto ad abbracciare anche questo concetto.

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