
Hideo Kojima è una figura stimata nel regno dei videogiochi, considerato una delle personalità più venerate del settore e un’icona culturale. Il suo corpus di opere, in particolare l’iconico franchise di Metal Gear, è ricco di profonde narrazioni filosofiche e politiche. Inoltre, la sua passione per il cinema e la propensione a mescolarsi con le celebrità di Hollywood completano ulteriormente la sua intrigante personalità.
Tuttavia, il viaggio di Kojima verso la fama non è stato fluido. La sua partenza da Konami, la società in cui ha forgiato la sua carriera, è stata alimentata da relazioni tumultuose per numerose ragioni, che alla fine hanno portato alla fondazione della sua società, Kojima Productions.
In questo articolo esploreremo i giochi più influenti di Kojima, concentrandoci esclusivamente sui titoli da lui diretti o scritti, che sono diventati sinonimo del suo nome. Di conseguenza, giochi come Metal Gear Rising: Revengeance non saranno presenti in questa lista, poiché puntiamo a evidenziare opere che sono distintamente di Kojima.
13 ore fa
Il gioco che non è mai stato

Tra i suoi lavori, spicca PT, creato in collaborazione con l’acclamato Guillermo del Toro e con protagonista Norman Reedus. Nonostante la sua accoglienza stellare, PT ha dovuto affrontare la cancellazione da parte di Konami a causa della loro ricaduta con Kojima. Il teaser è stato successivamente rimosso dal PlayStation Store, lasciando i fan impossibilitati a provarlo a meno che non fosse stato precedentemente scaricato sulle loro console.
Questo titolo rimane una grande delusione per la comunità dei videogiocatori, in quanto rappresentava un progetto ambizioso di amati creatori che alla fine è stato soffocato da decisioni aziendali, con grande costernazione degli entusiasti fan.
12 Ingranaggio metallico
Cosa c’è di nuovo?

È interessante notare che il Metal Gear originale è classificato più in basso nonostante il suo ruolo cruciale come inizio della leggendaria carriera di Kojima.Sebbene abbia dato inizio alla sua ascesa, il gameplay non è invecchiato con grazia rispetto alle puntate successive. I suoi enigmi oscuri, il combattimento lento e la grafica specifica del periodo ostacolano la sua posizione rispetto ad altri titoli.
Rispetto ai giochi contemporanei, Metal Gear non ha la raffinatezza che il pubblico moderno si aspetta, un tratto comune a molti titoli degli anni ’80.
11 Ladro
Kojima è al 70% film

Molti dei titoli precedenti di Kojima, tra cui Snatcher, riflettono i limiti della loro epoca, mentre stava ancora scolpendo il suo approccio narrativo. Inizialmente pubblicato nel 1988 per PC giapponesi prima di essere portato su console domestiche, Snatcher è spesso considerato la sua quintessenza dell’esperienza cinematografica, traendo chiara ispirazione da classici come Blade Runner, Terminator e Akira.
Nonostante la sua narrazione avvincente, Snatcher soffre di un eccessivo backtracking e di meccaniche noiose, in cui i giocatori sono tenuti a cliccare su numerose opzioni per progredire. In particolare, presenta Akio Otsuka, la voce di Snake della serie Metal Gear e Die-Hardman di Death Stranding.
10 poliziottinauti
Classico poliziotto amico

Simile a Snatcher, Policenauts funge da narrazione interattiva ricca di influenze cinematografiche di Kojima, meritevole di una rinascita moderna. Kojima ha concepito questo progetto mentre lavorava a Snatcher.
Il gioco presenta i protagonisti Jonathan Ingram ed Ed Brown, i cui design riecheggiano Riggs e Murtaugh di Lethal Weapon.Ispirato al viaggio nello spazio del primo astronauta giapponese nel 1990, Policenauts segue le indagini di un agente della polizia di Los Angeles diventato investigatore privato alle prese con il mistero della sua ex moglie defunta.
Sebbene non sia mai stato pubblicato ufficialmente in inglese, le traduzioni dei fan hanno consentito un accesso limitato a questo gioiello nascosto per il pubblico non giapponese.
9 Metal Gear 2: Serpente solido
Un leggero miglioramento

Pubblicato esclusivamente in Giappone nel 1990, Metal Gear 2: Solid Snake rappresenta un netto miglioramento rispetto al suo predecessore, offrendo meno momenti noiosi e una storia più avvincente, oltre a una grafica e una musica migliori.
Questo titolo illustra come Kojima abbia iniziato ad affinare la sua arte, dando vita a personaggi più distintivi e a un notevole emergere del suo stile narrativo distintivo.
Il pubblico occidentale non avrebbe avuto accesso a Metal Gear 2 fino alla riedizione con MGS3.È interessante notare che Konami ha optato per un sequel solo occidentale chiamato Snake’s Revenge, a cui Kojima non ha contribuito e che non è considerato canonico.
8 Metal Gear Solid 4: Le armi dei patrioti
Rotolando in un barile

Un tempo celebrato come l’apice della serie, Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots è ora visto attraverso una lente più critica a causa dei suoi numerosi difetti, nonostante la grafica migliorata e lo status di icona nel franchise.
Con nuovi gadget come la tuta OctoCamo e scontri emozionanti, tra cui un memorabile duello CQC tra Snake e Ocelot, Metal Gear Solid 4 rimane avvincente. Tuttavia, la sua estetica grafica soffre di problemi comuni alla sua epoca, esibendo una gradazione di colore poco brillante che ne smorza la vivacità visiva.
Il gioco è noto anche per i suoi lunghi filmati, che spesso frustrano i giocatori, poiché il controllo viene spesso ceduto a favore di sequenze cinematografiche che a volte durano anche 30 minuti.
7 Metal Gear Solid: Camminatore della pace
Tipicamente Metal Gear

Tornando alla cronologia, Metal Gear Solid: Peace Walker è ambientato nel 1974 e racconta la fondazione del gruppo mercenario di Big Boss e Kazuhira Miller, Militaires Sans Frontieres.
Questa puntata combina magistralmente un gameplay basato sulle missioni con elementi di gestione della base, che si sarebbero poi evoluti in Phantom Pain.
Progettato inizialmente per la PSP, Peace Walker impiega illustrazioni in stile fumetto per narrare la sua storia, realizzate dal rinomato artista di Metal Gear Yoji Shinkawa. I suoi eccentrici crossover, come una missione di Monster Hunter con Rathalos, lo hanno consolidato come uno dei preferiti tra molti fan.
6 Ingranaggio metallico solido
Mantide Psicologica…!?

Metal Gear Solid ha catapultato il franchise alla fama, con meccaniche stealth innovative che hanno ridefinito il genere.Con momenti indimenticabili e una narrazione ricca, ha gettato le basi per i futuri giochi stealth e ha consolidato il suo posto come classico.
Una caratteristica degna di nota è l’incontro con Psycho Mantis che rompe la quarta parete, quando legge i file di salvataggio del giocatore: un’esperienza ormai perduta nelle console moderne.
Il gioco vanta un cast di doppiatori di talento, tra cui il leggendario David Hayter, la cui interpretazione di Snake rimane iconica, nonostante successivi doppiatori come Kiefer Sutherland abbiano preso il suo posto a partire da Ground Zeroes.
5 Metal Gear Solid V: Ground Zero
Ti ho fatto aspettare, eh?

Sebbene sia un titolo più corto, Metal Gear Solid V: Ground Zeroes rivitalizza le meccaniche stealth e di combattimento della serie, introducendo una trama avvincente che può essere completata in circa un’ora.È quasi simile a una demo autonoma, che richiama l’attesa che circondava PT
Ambientato dopo gli eventi di Peace Walker, Ground Zeroes vede Big Boss infiltrarsi in un campo di prigionia cubano per salvare i personaggi Chico e Paz, introducendo al contempo un nuovo antagonista, Skull Face, il leader della XOF.
Grazie a significativi miglioramenti grafici e a un sistema stealth dinamico, i giocatori potevano marcare i nemici per una migliore pianificazione strategica e utilizzare la modalità Riflesso, ripresa in seguito in Phantom Pain.
Sebbene Kiefer Sutherland svolga un lavoro ammirevole nel doppiare Snake, l’assenza di David Hayter è profondamente sentita dai fan.
4 Metal Gear Solid V: Il Dolore Fantasma
Siamo i Diamond Dogs

Lanciato un anno dopo Ground Zeroes, The Phantom Pain incarna la narrazione conclusiva di Kojima per la saga di Metal Gear nel mezzo del suo turbolento abbandono di Konami. Con una narrazione che sembra affrettata e alcuni contenuti notevolmente assenti, riflette il desiderio di Kojima di concludere la sua eredità in questo universo.
Phantom Pain integra anche il sistema di gestione della Mother Base introdotto in Peace Walker, consentendo ai giocatori di reclutare soldati e di migliorare i ranghi e il morale dei propri Diamond Dog.
Anche se la narrazione potrebbe vacillare, il gameplay rimane godibile, offrendo un vasto sandbox per il completamento creativo delle missioni e mantenendo gli elementi narrativi geopolitici tipici della serie.
3 Metal Gear Solid 2: Figli della libertà
Il vecchio esca e cambia

Nonostante le iniziali reazioni contrastanti al controverso gioco adescamento con il personaggio di Raiden, Metal Gear Solid 2 è considerato uno dei migliori titoli della serie grazie alla sua narrazione avvincente e alle sue meccaniche di gioco.
Inizialmente divisivo, Sons of Liberty è ora visto come un capolavoro di narrativa videoludica, che affronta temi sociopolitici e si addentra in complesse discussioni filosofiche che trovano ancora più riscontro oggi, mentre la società affronta le complessità dell’era digitale.
2 La morte è un gioco
Questa è l’America

Mentre procediamo con questa lista, è importante sottolineare che la nostra esplorazione non si limita all’universo di Metal Gear.
L’ascesa fulminea di Kojima è stata significativamente legata al suo lavoro sul franchise di Metal Gear, creando grandi aspettative per Death Stranding. I fan si aspettavano elementi di gameplay e profondità narrativa simili, simili a quelli sperimentati con Snake.
Tuttavia, ciò che ne è emerso è stata una miscela unica della narrazione astratta di Kojima, ricca di questioni filosofiche e sociopolitiche, che riflette la sua ritrovata libertà creativa dopo la separazione da Konami.
Con piena libertà artistica, Kojima ha scatenato le sue ambizioni cinematografiche, anche se non senza un pizzico di promozione commerciale. Il suo fascino per la collaborazione con Hollywood non è una mera coincidenza, come dimostra il cast corale del gioco, composto da attori di alto profilo come Norman Reedus, Mads Mikkelsen e Tommie Earl Jenkins.
Nonostante la sua iniziale percezione come un semplice simulatore di camminata, Death Stranding offre in definitiva un’esperienza profondamente coinvolgente, incentrata sull’importanza della connessione e della comunità.
1 Metal Gear Solid 3: Mangiatore di serpenti
Che emozione…

Considerato l’apice del franchise Metal Gear, Metal Gear Solid 3: Snake Eater intreccia in modo intricato elementi di furtività e sopravvivenza, offrendo una narrazione avvincente, costellata di indimenticabili incontri con i boss che hanno lasciato un segno duraturo nei giocatori anche a 21 anni dal lancio.
L’eredità del gioco continua, poiché Konami ha annunciato un remake intitolato Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, con il cast vocale originale. L’entusiasmo rimane alto tra i fan desiderosi di vedere come si confronta con il classico.
In termini di gameplay, Snake Eater esemplifica la furtività, ricordando un’avvincente scappatella di James Bond ambientata nella giungla.Con meccaniche stealth avanzate e vari gadget, i giocatori sono incoraggiati a utilizzare diverse tattiche, tra cui opzioni di mimetizzazione uniche per migliorare le capacità stealth.
I giocatori sono spinti a sfruttare al massimo le risorse disponibili per raggiungere i propri obiettivi, creando un’esperienza di gioco che va oltre le semplici meccaniche di combattimento.
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