
Evento per il 50° anniversario di Microsoft: polemiche sulle innovazioni
In occasione del 50° anniversario di Microsoft, l’azienda ha introdotto nuove funzionalità per il suo sistema AI Copilot, tra cui una funzione Memory molto attesa, progettata per migliorare l’esperienza utente ricordando i dettagli specifici dell’utente. Tuttavia, l’atmosfera celebrativa è stata interrotta a metà dell’evento quando un dipendente Microsoft ha organizzato una protesta contro il coinvolgimento dell’azienda in controverse applicazioni AI.
La protesta dei dipendenti ruba la scena
Ibtihal Aboussad, un ingegnere informatico di Microsoft, ha apertamente contestato la posizione etica dell’azienda durante la presentazione del capo dell’intelligenza artificiale Mustafa Suleyman. Le dichiarazioni di Aboussad sono state un’accusa scioccante della presunta complicità di Microsoft in quello che ha descritto come genocidio, evidenziando in particolare la violenza in corso in Palestina. Il suo appassionato sfogo ha condannato le operazioni dell’azienda, affermando:
“Vergognatevi. Siete dei profittatori di guerra. Smettete di usare l’IA per il genocidio. Smettete di usare l’IA per il genocidio nella nostra regione. Avete le mani sporche di sangue. Tutta la Microsoft ha le mani sporche di sangue. Come osate festeggiare quando la Microsoft sta uccidendo dei bambini. Vergognatevi tutti.”
L’incidente ha attirato notevole attenzione: The Verge ha ripreso la protesta in un video, che da allora è stato ampiamente diffuso su diverse piattaforme di social media.
Messaggio di sfida in un’e-mail
Dopo l’interruzione, Aboussad ha comunicato via e-mail a migliaia di dipendenti Microsoft, elaborando le motivazioni alla base della sua protesta. Nel suo messaggio, ha fornito un resoconto toccante delle sue esperienze e preoccupazioni, spiegando in dettaglio come si è sentito obbligato a parlare contro l’uso improprio della tecnologia da parte dell’azienda:
Ciao a tutti,
Come avrete visto in diretta streaming o come avrete visto di persona, ho interrotto il discorso del CEO di Microsoft AI Mustafa Suleyman durante l’attesissima celebrazione del 50° anniversario. Ecco perché.
Mi chiamo Ibtihal e negli ultimi 3 anni e mezzo sono stato un ingegnere informatico presso l’organizzazione AI Platform di Microsoft. Ho parlato oggi perché, dopo aver appreso che la mia organizzazione stava alimentando il genocidio del mio popolo in Palestina, non ho visto altra scelta morale…[l’e-mail continua con ulteriori dettagli sul conflitto e le sue ragioni per parlare].
Le accuse di complicità e un invito all’azione
L’email di Aboussad delinea gravi accuse riguardanti i contratti di Microsoft con l’esercito israeliano, affermando che la tecnologia sviluppata all’interno dell’azienda viene utilizzata per l’oppressione sistematica e la violenza contro i civili. Secondo i resoconti, Microsoft ha mantenuto un contratto redditizio del valore di circa 133 milioni di dollari con il Ministero della Difesa israeliano, con l’esercito israeliano che presumibilmente utilizza l’IA di Microsoft per migliorare le operazioni di sorveglianza.
Questa situazione solleva importanti questioni etiche. Aboussad ha posto la domanda critica: “È questa l’eredità che vogliamo lasciare?” Ha invitato i suoi colleghi a impegnarsi in conversazioni aperte sulle implicazioni morali del loro lavoro e a considerare le conseguenze più ampie dei loro contributi a tali tecnologie.
Incoraggiare il cambiamento organizzativo
In una questione di salute pubblica e responsabilità morale, l’e-mail ha incoraggiato i colleghi Microsoft a unirsi a una petizione che chiede la fine dei contratti con le parti coinvolte in violazioni dei diritti umani. Aboussad ha sottolineato che il silenzio equivale a complicità e che l’azione collettiva è fondamentale per contestare le pratiche aziendali che facilitano la violenza. Ha esortato i dipendenti a:
- Firma la petizione “No Azure for Apartheid”.
- Condividere e discutere le proprie preoccupazioni con i colleghi.
- Fare pressione sui dirigenti aziendali affinché riconsiderino i contratti esistenti che potrebbero contribuire alla violenza sistemica.
La risposta di Microsoft e le conseguenze
L’azienda ha risposto alla protesta e alla successiva copertura mediatica rimuovendo, a quanto si dice, lo streaming dell’evento dall’accesso pubblico, una mossa ancora sotto esame. Mentre i dettagli di questo incidente si sono svolti, molti sono rimasti a riflettere sulle implicazioni della tecnologia AI nelle zone di conflitto e sugli obblighi etici delle aziende in tali contesti.
Mentre i progressi nell’intelligenza artificiale continuano a plasmare i settori, è fondamentale che gli stakeholder garantiscano che la tecnologia venga utilizzata per il bene comune, piuttosto che come strumento di oppressione. Il crescente movimento all’interno delle strutture aziendali evidenzia l’urgente necessità di dialogo sulla responsabilità etica nello sviluppo della tecnologia.
Per ulteriori approfondimenti, puoi guardare il video dell’incidente e la sua copertura su Neowin.
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