Proteggi il tuo cervello dall’Alzheimer con un ormone

Proteggi il tuo cervello dall’Alzheimer con un ormone

La malattia di Alzheimer ha sconcertato gli scienziati per anni, lasciando molti anziani alle prese con una significativa perdita di memoria.

Per affrontare il problema, un nuovo studio di ricerca ha evidenziato una scoperta sorprendente. Lo studio, pubblicato su una nota rivista, l’Università delle Scienze di Tokyo, per la scienza del cervello, ha rilevato un aumento dei livelli di un ormone chiamato ossitocina nel cervello delle persone che avevano il morbo di Alzheimer.

Una maggiore quantità di ossitocina intensifica i problemi di memoria?

Gli anziani sono i più colpiti da questa malattia (Immagine via Unsplash/CDC)
Gli anziani sono i più colpiti da questa malattia (Immagine via Unsplash/CDC)

L’ossitocina, che di solito è nota per farci sentire amore e vicinanza agli altri, è stata trovata in quantità maggiori in alcune parti del cervello.

Queste parti sono l’ippocampo e la corteccia temporale, osservate nelle persone che avevano l’Alzheimer . Queste sono aree importanti che hanno a che fare con la memoria e sono state fortemente collegate all’Alzheimer a causa dei problemi di memoria.

In passato, gli scienziati somministravano ossitocina agli animali direttamente in una parte del cervello chiamata ippocampo, durante gli esperimenti. Sorprendentemente, questo sembrava confondere la memoria dei pazienti . Questo è piuttosto interessante perché di solito pensiamo all’ossitocina come a un buon ormone che aiuta con i sentimenti di amore e la connessione con gli altri.

Tuttavia, la ricerca suggerisce che avere troppa ossitocina potrebbe essere collegata a problemi di memoria che le persone affette da malattia di Alzheimer devono affrontare. Questo è un aspetto nuovo e sorprendente da esaminare per gli scienziati.

Tuttavia, ciò non risolve immediatamente l’enigma dell’Alzheimer. Invece, pone nuove domande. Ad esempio, l’aumento dell’ossitocina contribuisce allo sviluppo dell’Alzheimer o è il modo in cui il cervello cerca di combattere la malattia?

I ricercatori non hanno ancora trovato la risposta, ma questa scoperta aggiunge un nuovo pezzo al complesso puzzle dell’Alzheimer.

In che modo la scoperta dell’ossitocina potrebbe cambiare la ricerca sull’Alzheimer?

Questo particolare ormone attiva alcune parti del cervello (Immagine via Unsplash/Robina Weermeijer)
Questo particolare ormone attiva alcune parti del cervello (Immagine via Unsplash/Robina Weermeijer)

I ricercatori hanno studiato il cervello di 12 individui deceduti affetti da Alzheimer. Li hanno confrontati con il cervello di altri 13 che non avevano la malattia.

Ciò che è emerso è che nel gruppo con Alzheimer si è verificato un notevole aumento dei livelli di ossitocina – stiamo parlando di un aumento del 33% – in due aree chiave del cervello, l’ ippocampo e la corteccia temporale.

Questi sono punti importanti per la memoria. Ciò getta un po’ di luce sull’ossitocina, un ormone che fino ad ora non è stato un attore importante nei discorsi sull’Alzheimer.

Questo studio potrebbe mettere in discussione il modo consueto in cui pensiamo all’Alzheimer. Tradizionalmente, per spiegare la malattia, guardiamo a ciò che manca o è danneggiato nel cervello, ma questa ricerca ci porta a chiederci se il problema potrebbe essere correlato a ciò che è presente in eccesso.

Un aumento del 33% in una determinata regione del cervello (Immagine via Unsplash/Natasha Connell)
Un aumento del 33% in una determinata regione del cervello (Immagine via Unsplash/Natasha Connell)

Vale la pena notare che lo studio distingue chiaramente tra diverse regioni del cervello.

I livelli di ossitocina sono aumentati solo in alcune parti colpite dall’Alzheimer, mentre sono rimasti normali in altre aree. Questo aumento suggerisce che c’è qualcosa di unico nel ruolo dell’ormone in queste regioni del cervello legate all’Alzheimer.

Forse cambiare la quantità di ossitocina potrebbe salvaguardare il cervello o forse l’ossitocina in eccesso è un segnale di allarme con cui dobbiamo fare i conti. Abbiamo bisogno di più studi per capire meglio.

In sintesi, il rapporto ci sfida a pensare in modo diverso alla malattia di Alzheimer. L’aumento dei livelli di ossitocina in alcune parti del cervello dei soggetti affetti dalla malattia potrebbe dare agli scienziati una nuova direzione da esplorare per trattamenti futuri.

Sebbene questo ormone sia sempre stato collegato ad esperienze positive, la sua elevata presenza nel cervello affetto da Alzheimer significa che il suo ruolo è più complesso di quanto si pensasse in precedenza.

Il prossimo passo della ricerca sarà quello di svelare questa complessità e vedere se l’ossitocina è davvero la chiave per comprendere meglio ed eventualmente combattere la malattia di Alzheimer.

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