L’olio d’oliva, alimento base nelle cucine di tutto il mondo, è al centro di una svolta significativa nella lotta contro il cancro al cervello.
Gli scienziati hanno ottenuto risultati promettenti da un nuovo farmaco chiamato acido idrossioleico o 2-OHOA, che deriva dall’olio d’oliva. Questo trattamento all’avanguardia sta facendo scalpore per il suo successo iniziale nella lotta contro il glioblastoma, un tipo di cancro al cervello particolarmente aggressivo e impegnativo.
I dettagli di questo studio pionieristico sono stati recentemente condivisi sulla prestigiosa rivista Nature, catturando l’attenzione e la speranza sia dei pazienti che dei professionisti medici.
Il ruolo rivoluzionario dell’olio d’oliva nel trattamento del cancro al cervello
Il 2-OHOA, nato dall’idea di sfruttare le proprietà benefiche dell’olio d’oliva , agisce in modo unico infiltrandosi nei tumori cerebrali e incoraggiando le cellule tumorali ad autodistruggersi, attraverso un processo chiamato autofagia.
Il farmaco essenzialmente induce le cellule tumorali a mangiarsi se stesse, arrestandone la diffusione e riducendo il loro impatto dannoso. I ricercatori hanno avviato uno studio cruciale di Fase 1/2A, che segna i primi test sull’uomo per questo trattamento innovativo.
Lo studio ha accolto 54 pazienti affetti da glioma insieme ad altri tumori solidi avanzati. L’obiettivo principale era chiaro: testare la sicurezza e l’efficacia delle dosi giornaliere di 2-OHOA.
I primi risultati dello studio hanno dimostrato non solo che il trattamento è ben tollerato dai pazienti, ma ha anche dimostrato un’incoraggiante capacità di combattere le implacabili cellule di glioblastoma.
I pazienti hanno assunto varie dosi di 2-OHOA, da un minimo di 500 mg a un massimo di 16.000 mg al giorno, nella loro lotta contro il cancro . Nonostante il dosaggio intenso, gli effetti collaterali sono rimasti moderati, concentrandosi principalmente su disturbi gastrointestinali temporanei come nausea e diarrea .
Questi risultati sono stati fondamentali per stabilire una dose sicura e raccomandata di 12.000 mg al giorno, bilanciando l’efficacia con il benessere dei pazienti.
Il glioblastoma è stato a lungo un formidabile nemico nel mondo del cancro, con pazienti che si trovano ad affrontare una prognosi sfavorevole e opzioni terapeutiche limitate.
I trattamenti standard in genere prolungano la vita solo di pochi mesi, lasciando un disperato bisogno di approcci nuovi e innovativi. Entra 2-OHOA, offrendo un barlume di speranza dove prima c’era poco.
Tra i pazienti affetti da gliomi ad alto grado, un sottogruppo di tumori cerebrali che comprende il glioblastoma, sono state osservate risposte notevoli. Alcuni hanno visto i loro tumori stabilizzarsi o addirittura ridursi, e un paziente ha sperimentato i benefici per più di due anni e mezzo.
Questi non sono solo numeri sulla carta; rappresentano persone reali a cui viene data la possibilità di combattere una malattia implacabile.
Come funziona il 2-OHOA?
La magia del 2-OHOA risiede nella sua capacità di alterare il contenuto lipidico (grasso) delle cellule tumorali, integrandosi nella membrana esterna delle cellule e interrompendo le cruciali vie di sopravvivenza.
Il farmaco è un regolatore degli sfingolipidi, che attiva la produzione di enzimi specifici che gestiscono la composizione della membrana cellulare e, di conseguenza, la sopravvivenza cellulare. Le sue azioni non si fermano solo alla morte cellulare; si estendono fino a migliorare potenzialmente la produzione di energia all’interno dei mitocondri delle cellule di glioma.
Riconoscendo la sua promessa, sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti hanno concesso al 2-OHOA la designazione di farmaco orfano per il trattamento del glioma.
Questo status è riservato ai farmaci che offrono un potenziale significativo per il trattamento delle malattie rare, evidenziando l’interesse della comunità medica internazionale per lo sviluppo del farmaco.
Sebbene i risultati siano preliminari, il successo dello studio di Fase 1/2A segna un passo significativo nella ricerca di trattamenti efficaci per il glioblastoma. I risultati di questo studio basato sull’olio d’oliva non solo sottolineano la sicurezza del 2-OHOA ma anche la sua potenziale efficacia nella lotta contro un cancro notoriamente delicato.
Mentre la sperimentazione avanza verso le fasi successive, la speranza è che questo farmaco derivato dall’olio d’oliva possa aprire la strada a una nuova era nel trattamento del cancro al cervello.
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