Gli sviluppatori di Kingdom Come: Deliverance 2 smentiscono le affermazioni sulla diminuzione dei preordini

Gli sviluppatori di Kingdom Come: Deliverance 2 smentiscono le affermazioni sulla diminuzione dei preordini

Punti salienti principali

  • Il regista Daniel Vávra smentisce le affermazioni secondo cui i preordini per Kingdom Come: Deliverance 2 sarebbero diminuiti a causa dei feedback negativi.
  • Vávra attribuisce la disinformazione a individui che cercano di trarre profitto dal sensazionalismo.
  • Smentisce le voci secondo cui ci sarebbero scene non saltabili e chiarisce i malintesi riguardanti un possibile divieto in alcuni Paesi.

Il direttore di Kingdom Come: Deliverance 2 , Daniel Vávra, che è anche uno dei fondatori di Warhorse Studios, ha affrontato e smentito le crescenti preoccupazioni che suggeriscono un calo nei numeri dei pre-ordini del gioco in mezzo alle reazioni negative. Il gioco, che funge da sequel diretto del titolo del 2018 acclamato dalla critica, è previsto in uscita a febbraio 2025. I giocatori possono aspettarsi di tornare nei panni di Henry, che affronterà le sfide poste da una guerra civile durante il Medioevo, in un mondo di gioco che vanta il doppio delle dimensioni del suo predecessore.

I commenti di Vávra seguono le recenti critiche incentrate sull’inclusione di contenuti a tema LGBTQ nel sequel. Alla luce delle discussioni e dei dibattiti culturali in corso sull’inclusività, il regista ha affermato che Warhorse Studios mira a rimanere apolitico. Mentre il titolo in arrivo è ritenuto più inclusivo rispetto all’originale, Vávra ha assicurato ai fan che l’integrità e l’autenticità della serie rimangono senza compromessi.

Chiarire le voci sui preordini

In una serie di post su Twitter, Vávra ha condiviso screenshot dettagliati che dissipano le voci di pre-ordini incerti, prendendo di mira in particolare uno YouTuber che ha etichettato il gioco come “woke” e ha affermato falsamente che si stavano verificando rimborsi di massa. Ha classificato lo YouTuber come un “truffatore”, sottolineando che il rapporto vendite-resi è rimasto costante. Secondo Vávra, la diminuzione dell’hype per i pre-ordini può anche essere attribuita all’introduzione sul mercato di nove titoli a prezzi competitivi, piuttosto che a un’accoglienza negativa da parte del pubblico.

In una discussione successiva, Vávra ha elaborato le varie “affermazioni selvagge” che circondano la reazione negativa, lamentando la diffusione di una retorica odiosa che, a suo avviso, mina le cause genuine. Ha espresso delusione per il modo in cui si è evoluto il discorso sul gioco e ha rassicurato i fan che non ci sono cutscene “non saltabili” nel sequel, sfidando coloro che affermano il contrario a riconsiderare la propria esperienza con il gioco originale.

Screenshot da Kingdom Come: Deliverance 2
DLC per Kingdom Come: Deliverance
Scena di battaglia da Kingdom Come: Deliverance
DLC Band of Bastards per Kingdom Come: Deliverance
Immagini promozionali per Kingdom Come: Deliverance 2

Inoltre, Vávra ha affrontato le accuse secondo cui il gioco potrebbe essere bandito in paesi come l’Arabia Saudita a causa del suo contenuto LGBTQ. Ha rassicurato i clienti che, a loro avviso, il gioco non è stato proibito in nessun territorio. Vávra ha inoltre confermato che lo studio non è stato costretto a modificare il suo contenuto per l’inclusività e ha ribadito che l’autonomia del giocatore nelle relazioni tra i personaggi rimane intatta.

Per maggiori informazioni, visita la fonte .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *