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È necessario un nuovo “Big Three” per il futuro di Shonen Jump?

È necessario un nuovo “Big Three” per il futuro di Shonen Jump?

Panoramica

  • I protagonisti principali dell’era dei “Big Three” erano delle eccezioni, con One Piece che ha superato sia Naruto che Bleach nel corso degli anni 2000.
  • Demon Slayer e Jujutsu Kaisen sono emersi come promettenti nuovi contendenti per il successo a lungo termine nella serie Shonen Jump.
  • La direzione editoriale di Shonen Jump si sta spostando verso un modello incentrato sulla promozione di numerosi piccoli successi, piuttosto che tentare di replicare poche serie di lunga durata.

Sommario

A partire dal 2024, serie degne di nota all’interno di Shonen Jump, come Jujutsu Kaisen e My Hero Academia, hanno concluso le loro storie originali, sebbene diversi spin-off rimangano attivi. Dopo i finali di Naruto e Bleach negli anni 2010, i fan sono stati ansiosi di vedere quali titoli saliranno alla ribalta come i prossimi “big three”.

Storicamente, i “Big Three” si riferiscono ai titoli dominanti di Shonen Jump che hanno plasmato il panorama dei manga negli anni 2000: One Piece, Naruto e Bleach. Tuttavia, è degno di nota che One Piece abbia costantemente guidato le vendite, spesso superando Naruto con un margine significativo, anche durante il picco di popolarità di quest’ultimo.

Il panorama di Shonen Jump prima di “The Big Three”

Saint Seiya Manga
Kenji Fujima di Slam Dunk

Esaminando l’era precedente ai “Big Three”, diventa chiaro che il panorama dei manga era molto diverso dal dominio consolidato osservato negli anni successivi. Mentre One Piece e Naruto erano spesso in cima alle classifiche di vendita annuali di Oricon , Bleach spesso faceva fatica, a volte vendendo meno di titoli emergenti come Reborn o Blue Exorcist. Pertanto, il fenomeno di un “big three” coerente nei contesti internazionali è in qualche modo fuorviante.

Se consideriamo le serie a lungo termine all’interno di Shonen Jump, potremmo descrivere più accuratamente l’era come “Big Four”, incluso Gintama, un titolo che ha attraversato oltre 15 anni e si è costantemente classificato tra le migliori opere nelle classifiche. Tuttavia, l’umorismo di Gintama, profondamente radicato nella cultura giapponese, ha portato alla sua negligenza nelle discussioni internazionali riguardanti i migliori titoli Shonen.

La nozione di “Big Three” rappresenta un’interpretazione errata tra il pubblico globale, che si concentra sulle serie che hanno raggiunto con successo un’ampia fascia demografica. Hunter x Hunter, iniziata nel 1998, e The Prince of Tennis, serializzata dal 1999 al 2008, simboleggiano anche questa complessità, poiché entrambe non hanno raggiunto lo stesso livello di visibilità internazionale sostenuta.

Storicamente, gli anni ’80 e ’90 hanno visto le serializzazioni su Shonen Jump concludersi generalmente entro sei anni. Eccezioni degne di nota, come JoJo’s Bizarre Adventure (in corso dal 1987) e Dragon Ball (1984-1995), evidenziano che le serie di lunga durata non erano la norma. Invece di concentrarsi sull’estensione di un singolo arco narrativo, i creatori spesso producevano più serie più brevi, con molti autori di successo che contribuivano con diversi successi nel corso della loro carriera.

L’apice dello Shonen Jump prima dell’era dei Big Three

Percorso verso il potere

I cosiddetti “Big Three” sono emersi dopo che Shonen Jump aveva già raggiunto il suo apice durante quella che viene spesso chiamata la sua età dell’oro alla fine del XX secolo. Sorprendentemente, il 1994 è l’anno con la circolazione più alta, con una media di circa 6,3 milioni di copie vendute, un netto contrasto con i circa 1,6 milioni di copie del 2020.

Da un punto di vista di osservazione personale, è plausibile che il team editoriale abbia esercitato pressione sugli autori affinché estendessero le storie quando la rivista ha iniziato a declinare. Tuttavia, a causa dell’ascesa di piattaforme digitali come Shonen Jump+ e Manga Plus, valutare i lettori e le preferenze contemporanee diventa difficile senza dati chiari. Mentre alcuni titoli hanno avuto un forte impatto, le metriche complessive rimangono ambigue.

I dati di vendita indicano uno spostamento verso la diversificazione

Volume di Akane Banashi
Spia x Famiglia
Giorni di Sakamoto

Analizzando le classifiche annuali Oricon del 2021, è evidente che i temi tra i titoli più venduti si sono diversificati in modo significativo. A differenza degli anni precedenti in cui esisteva una netta disparità tra il primo e il secondo posto, gli anni recenti mostrano un panorama competitivo più equilibrato. Shonen Jump sembra aver abbracciato titoli che vanno oltre le tradizionali narrazioni incentrate sulla battaglia, come dimostrato dal successo di serie come Akane-banashi.

L’evoluzione di Shonen Jump mira a coinvolgere un pubblico più ampio, incorporando temi e personaggi più diversi, compresi quelli che attraggono le lettrici. Questo cambiamento strategico indica un allontanamento dall’aspettativa di pochi successi dominanti verso la promozione di varie storie avvincenti che si rivolgono a un pubblico eterogeneo.

Nonostante la longevità di One Piece, molti creatori dell’era dei “Big Three” hanno faticato a replicare i loro successi precedenti con nuovi titoli. Ciò sottolinea la complessità di sostenere lunghe narrazioni, portando Shonen Jump a virare verso la promozione di serie più brevi e di impatto con durate di vita pianificate di circa 4-6 anni, piuttosto che aspettarsi che più titoli durino un decennio o più.

In conclusione, il modello dei “big three” è stato un’anomalia storica eccezionale all’interno di Shonen Jump. Le tendenze attuali stanno indirizzando la pubblicazione verso la diversificazione, riconoscendo la necessità di adattarsi al dinamico mercato dei manga. Mentre la possibilità di un altro “big three” non è del tutto esclusa, il futuro di Shonen Jump probabilmente darà priorità a una gamma più ampia di titoli distintivi che risuonano con vari segmenti di pubblico.

Il futuro di Shonen Jump non dipende dalla creazione di altri tre grandi titoli; al contrario, punta su una raccolta diversificata di titoli in grado di adattarsi alle mutevoli esigenze dei consumatori.

Fonte e immagini

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