
In seguito al recente annuncio dei dazi, la portavoce Karoline Leavitt ha tenuto una conferenza stampa in cui ha risposto a numerose domande. Tra le domande più importanti, è stata se il presidente Donald Trump ritenga che la produzione di iPhone possa essere trasferita negli Stati Uniti. La risposta di Leavitt è stata un sonoro sì. Tuttavia, rimane la questione cruciale se Apple sia disposta ad affrontare tale transizione, poiché gli elevati costi del lavoro negli Stati Uniti potrebbero potenzialmente portare a prezzi più elevati per i consumatori.
Fiducia nel potenziale manifatturiero degli Stati Uniti
Durante il briefing, Karoline Leavitt ha sottolineato che se Apple non avesse avuto fiducia nella fattibilità del trasferimento della produzione di iPhone negli Stati Uniti, non si sarebbe impegnata in un investimento di 500 miliardi di dollari nella regione. Questo investimento è previsto per i prossimi quattro anni e riflette la fiducia dell’azienda nella disponibilità sia di manodopera qualificata che delle risorse necessarie per facilitare questo trasferimento.
L’attenzione dei media è stata attirata dalle dichiarazioni di Leavitt, riportate da MacRumors. Leavitt ha ribadito la forte fiducia di Trump nella capacità produttiva americana, affermando che gli Stati Uniti sono ben attrezzati per potenziare la produzione interna. Tuttavia, sebbene l’investimento proposto sia sostanziale, non garantisce esplicitamente un trasferimento diretto della produzione di iPhone, sebbene possa indicare la futura produzione di altri prodotti Apple negli Stati Uniti.
Le sfide della produzione nazionale
Le implicazioni dei dazi di Trump sembrano concepite per incentivare Apple a trasferire l’assemblaggio degli iPhone sul suolo americano; tuttavia, questo sforzo si scontra con ostacoli significativi. L’analista di settore Mark Gurman di Bloomberg ha precedentemente indicato che le probabilità che Apple possa effettivamente trasferire la produzione di iPhone sono molto basse, citando costi di manodopera esorbitanti e spese operative che aumenterebbero drasticamente i costi di produzione per unità. Nonostante le promettenti voci sull’investimento da 500 miliardi di dollari, i dettagli al momento non affrontano il problema del trasferimento della produzione di iPhone.
Impatto dell’aumento delle tariffe sulle attività di Apple
Mentre Apple gestisce le sue relazioni critiche con la Cina, l’azienda deve esplorare rapidamente valide alternative. Proprio ieri, il Presidente Trump ha annunciato un piano per aumentare i dazi di un ulteriore 54%, portando il totale delle tariffe applicabili alle merci importate dalla Cina al 104%.Questo aumento senza precedenti aumenterebbe i costi di tutti i prodotti, compresi gli iPhone, rendendoli più costosi per i consumatori. Al momento, Apple non ha rivelato se il CEO Tim Cook abbia avviato discussioni con Trump in merito a potenziali esenzioni da queste imposte, ma si prevedono aggiornamenti in merito a breve.
Per ulteriori approfondimenti e sviluppi riguardanti questo argomento, si rimanda alla fonte della notizia: La Casa Bianca.
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