
La recente nomina del CEO di Intel, Lip-Bu Tan, ha scatenato un acceso dibattito, in particolare in merito ai suoi vasti rapporti commerciali con numerose aziende cinesi, sollevando critiche preoccupazioni circa potenziali conflitti di interesse.
Preoccupazioni per i legami di Lip-Bu Tan e l’influenza di Intel
Dopo il mandato dell’ex CEO Pat Gelsinger, Intel ha accolto Lip-Bu Tan, un dirigente esperto con un passato presso Cadence Systems. Inizialmente, la sua leadership era vista con ottimismo; tuttavia, un recente rapporto di Reuters ha svelato dettagli inquietanti sugli investimenti di Tan in Cina. Tra questi, il coinvolgimento in centinaia di aziende locali, tra cui otto legate all’Esercito Popolare di Liberazione (PLA).Queste rivelazioni hanno suscitato preoccupazioni nel Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in merito all’idoneità di Tan a guidare un’importante azienda del settore tecnologico, soprattutto considerando il ruolo cruciale di Intel come principale produttore di semiconduttori del Paese, che ha anche numerosi contratti legati alla difesa.

Secondo quanto riportato, Tan avrebbe interessi personali in oltre 600 aziende e detiene autorità su 40 aziende cinesi. Questa vasta rete indica la sua significativa influenza sui mercati cinesi, sollevando un’indagine su come questa possa entrare in conflitto con le attività di Intel e le sue implicazioni per la sicurezza nazionale. Data la lunga storia di Intel con i settori dell’intelligence e della difesa statunitensi, la posta in gioco è particolarmente alta.
Il fatto è che il signor Tan non è qualificato per ricoprire la carica di capo di un’azienda che compete con la Cina, figuriamoci di una con reali implicazioni in materia di intelligence e sicurezza nazionale come Intel e i suoi straordinari legami con tutti i settori dell’intelligence e della difesa americana.
– Andrew King, Partner di Bastille Ventures
Nonostante le affermazioni secondo cui Tan si sia disinvestito dai suoi interessi commerciali in Cina, Reuters indica che i documenti relativi a tali disinvestimenti non sono ancora stati resi noti e che i suoi investimenti tramite la sua società di venture capital, Walden International, sembrano ancora attivi. Sebbene legalmente consentiti dalle attuali normative statunitensi – a meno che non siano esplicitamente vietati dal Dipartimento del Tesoro – permangono interrogativi sulle implicazioni etiche della sua continua influenza nella regione.
Mentre il dibattito sui contratti di difesa di Intel prosegue, la responsabilità di gestire questa complessa situazione potrebbe ricadere in ultima analisi sull’amministrazione Trump. La vasta esperienza di Tan nei mercati cinesi potrebbe fornire a Intel un vantaggio strategico rispetto ai concorrenti, soprattutto nel settore dell’hardware per l’intelligenza artificiale, dove Intel attualmente non ha una solida posizione. Il suo ruolo di investitore iniziale in SMIC esemplifica la sua capacità di promuovere la crescita delle aziende tecnologiche, potenzialmente a vantaggio degli sforzi di Intel per lanciare prodotti come la gamma Gaudi AI.
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