
L’emergere delle tecnologie di intelligenza artificiale generativa ha innescato un intenso dibattito sulla distinzione tra contenuti originali e riprodotti, in particolare per quanto riguarda le implicazioni economiche per i professionisti creativi. Questa discussione è particolarmente rilevante quando si esaminano le metodologie di addestramento impiegate da modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT e Claude, che si basano su ampi set di dati per l’apprendimento e la generazione di output. Un caso emblematico è Anthropic, che è stata sottoposta a un’indagine per accuse di utilizzo di materiale protetto da copyright per l’addestramento dei suoi modelli di intelligenza artificiale Claude. Tuttavia, recenti sentenze giudiziarie suggeriscono un esito favorevole per Anthropic, in particolare per quanto riguarda il fair use ai sensi della legge statunitense sul copyright.
Vittoria legale per Anthropic nella controversia sul copyright dell’intelligenza artificiale
Anthropic è stata coinvolta in cause legali, principalmente incentrate sull’accusa di aver utilizzato libri protetti da copyright per l’addestramento del suo modello Claude. Ciononostante, il 24 giugno 2025, il giudice distrettuale statunitense William Alsup, che presiede il distretto settentrionale della California, ha emesso una sentenza significativa a favore di Anthropic. In questa sentenza, il giudice ha affermato che l’uso di libri acquisiti legalmente e digitalizzati per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale costituisce un uso corretto ai sensi della legge statunitense sul diritto d’autore. Il giudice Alsup ha sottolineato che trasformare il testo in conoscenza acquisita dall’intelligenza artificiale, anziché perpetuare la copia diretta o la ridistribuzione, è in linea con i criteri delineati per il fair use.
Sebbene il giudice abbia affermato che l’utilizzo di materiale protetto da copyright ottenuto legalmente per la formazione di modelli di intelligenza artificiale generativa non costituisca violazione, non ha concesso la stessa clemenza ad Anthropic per quanto riguarda l’utilizzo di contenuti piratati provenienti da siti web come Book3 e LibGen. La sentenza ha tracciato una netta linea di demarcazione tra l’utilizzo lecito dei dati e l’approvvigionamento illegale di dati, indicando che persino le intenzioni trasformative non possono giustificare la pirateria.
Inoltre, il giudice ha indicato che Anthropic avrebbe dovuto affrontare un processo separato per affrontare l’uso di materiale piratato e determinare gli eventuali danni derivanti. Il giudice Alsup ha espresso la sua posizione con il seguente commento:
Questa ordinanza dubita che qualsiasi contraffattore possa mai assolvere l’onere di spiegare perché scaricare copie del codice sorgente da siti pirata, che avrebbe potuto acquistare o a cui avrebbe potuto altrimenti accedere legalmente, fosse di per sé ragionevolmente necessario per qualsiasi successivo uso corretto.
Questa biforcazione del caso consente agli autori di intraprendere un’azione legale indipendente contro Anthropic in materia di pirateria, segnando un momento cruciale nella regolamentazione del futuro delle pratiche di formazione in ambito di intelligenza artificiale. Distinguendo tra formazione legale basata su materiali acquistati e acquisizione illecita di testi protetti da copyright, la sentenza stabilisce un precedente legale fondamentale per le aziende tecnologiche che competono nel settore dell’intelligenza artificiale generativa.
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