I 10 giochi mensili PS Plus più deludenti di sempre

I 10 giochi mensili PS Plus più deludenti di sempre

Come abbonato fedele a PlayStation Plus e appassionato di videogiochi che ama esplorare vari generi, trovare titoli deludenti tra le offerte di questo servizio in abbonamento è relativamente raro. Tuttavia, la realtà è che molti giocatori sono generalmente aperti a provare nuovi giochi, soprattutto quando sono inclusi in un abbonamento in cui hanno già investito.

L’entusiasmo per una selezione mensile a sorpresa può a volte portare i giocatori a scoprire delle vere e proprie chicche, anche all’interno di generi che normalmente non apprezzano. Purtroppo, ci sono casi in cui le selezioni di Sony lasciano gli abbonati più che semplicemente delusi: possono sentirsi completamente imbrogliati.

Questo ci porta a evidenziare alcuni dei giochi mensili PS Plus più deludenti usciti durante l’era PS5, a partire dal 12 novembre 2020, con Bugsnax tra i primi. Pur essendo gratuiti, questi titoli hanno deluso molti giocatori, rendendo persino la prospettiva di giochi gratuiti una delusione.

10 Solo nel buio

Un reboot deludente

Alone In The Dark (2024) David Harbour e Jodie Comer fianco a fianco

Iniziamo la nostra lista con Alone in the Dark, un gioco presente nell’offerta mensile di PS Plus al momento in cui scriviamo. Storicamente, questo franchise è stato un nome associato a grande rispetto nel genere horror. Tuttavia, ha faticato a trovare il suo spazio nel panorama videoludico moderno.

L’ultimo capitolo, pubblicizzato come un reboot, non ha avuto un grande riscontro, deludendo le aspettative dei suoi predecessori. Sembra più adatto a una svendita che a un titolo premium all’interno della gamma Sony.

9 Suicide Squad: Uccidi la Justice League

Una delusione da Rocksteady

Suicide Squad uccide la Justice League Deathstroke

Ora, parliamo di un sorprendente passo falso dei creatori dell’amata trilogia di Arkham: Suicide Squad: Kill the Justice League. L’aggiunta di questo titolo al roster di PS Plus è sembrata un addio riluttante per un gioco dal potenziale così elevato.

Purtroppo, questo sparatutto a metà non è riuscito a catturare il carisma innato dei suoi sviluppatori, sepolto com’era sotto strati di influenza aziendale. Da allora è diventato l’ennesimo esempio ammonitore nella saga dei giochi live-service che purtroppo hanno mancato l’obiettivo.

8 AEW: Combatti per sempre

Un’esperienza di wrestling mediocre

CM Punk festeggia la vittoria in AEW Fight Forever

Tornato sul ring con entusiasmo, speravo che AEW: Fight Forever avrebbe portato una nuova prospettiva sui giochi di wrestling rispetto ai titoli WWE. Purtroppo, quella che si prevedeva sarebbe stata un’esperienza esaltante si è rivelata una delusione, caratterizzata da un gameplay poco stimolante e da una generale mancanza di contenuti.

Sebbene sia rivolto agli appassionati di wrestling al di fuori dell’ambito della WWE, il gioco non riesce a rappresentare un’alternativa sufficientemente avvincente, soprattutto se confrontato con titoli di wrestling più raffinati.

7 Ciao vicino 2

Un’avventura horror mediocre

Ciao vicino 2 - 1

Sebbene i giochi horror più eccentrici possano godere di popolarità nonostante i loro difetti, Hello Neighbor 2 dimostra quanto sia importante l’esecuzione. Sebbene concepito come un gioco horror per famiglie, alla fine non riesce a offrire emozioni autentiche o enigmi intricati, risultando in un’esperienza che appare superficiale.

Le meccaniche semplificate e gli evidenti jump scare contribuiscono poco al suo fascino horror, rendendolo un titolo che anche gratuito non vale la pena di essere giocato.

6 Hood: Fuorilegge e Leggende

Un racconto ammonitore sul servizio in diretta

Hood: Fuorilegge e Leggende Mischia

Hood: Outlaws and Legends esemplifica il rapido declino spesso osservato nei giochi di servizio live, avendo chiuso i server nel febbraio 2025. Nonostante incarni temi ricchi di personaggi come Robin Hood, il gioco manca di elementi di gameplay unici, necessari per differenziarsi in un genere affollato.

Con modalità di gioco poco creative e un’ambientazione poco stimolante, ha faticato a mantenere la sua rilevanza e alla fine è diventato solo l’ennesima vittima nel panorama dei videogiochi.

5 campi di battaglia WWE 2K

Una partenza deludente

screenshot del trailer di wwe-2k-battlegrounds.jpg

Sebbene le mie critiche ai giochi di wrestling possano sembrare parziali, credo che meritino di essere all’altezza delle aspettative. WWE 2K Battlegrounds prometteva un divertente cambiamento rispetto alle simulazioni realistiche, ma al contrario offriva un gameplay frustrantemente semplicistico, che sembrava un modo per racimolare soldi.

Con la maggior parte dei personaggi preferiti bloccati dietro paywall e l’esperienza di gioco di base superficiale, il gioco assomigliava più a un gioco per dispositivi mobili che a un titolo per console, compromettendone la credibilità all’interno della comunità dei videogiocatori.

4 Stranded Deep

Un’esperienza di sopravvivenza insoddisfacente

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In un mare di fantastici survival game disponibili, Stranded Deep è un duro monito delle occasioni mancate. A differenza dei suoi contemporanei, offre poco coinvolgimento, risulta tedioso e privo del brivido essenziale che definisce un gameplay survival avvincente.

Caratterizzato da meccaniche sbilanciate e da un loop di progressione ripetitivo, sembra offrire un’esperienza mediocre che impallidisce in confronto ad altre, rendendolo in definitiva un’aggiunta dimenticabile a PS Plus.

3 Biomutante

Un mondo aperto fuorviante

BioMutante 4

Inquadrato come un ambizioso titolo open-world, Biomutant risulta in definitiva un fallimento, anche se considerato in qualsiasi formato di gioco. L’ambiente circostante appare privo di vita e di ispirazione, mentre le attività ripetitive rendono la progressione più un lavoro ingrato che un’avventura.

Questo miscuglio di elementi di gioco si traduce in un’esperienza diluita che non riesce a sfruttare appieno la sua estetica potenzialmente coinvolgente, risultando più confusa che divertente.

2 Predator: Hunting Grounds

Un’occasione persa

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Quando si sfrutta un franchise avvincente come Predator, ci si aspetterebbe un’esperienza PvP avvincente. Purtroppo, Predator: Hunting Grounds non è riuscito a mantenere questa promessa, soffrendo di meccaniche obsolete e di loop di gioco noiosi che sono rapidamente diventati monotoni.

Nonostante il potenziale per coinvolgenti scenari di combattimento, l’esecuzione mediocre e i contenuti limitati hanno ostacolato notevolmente il divertimento dei giocatori.

1 Five Nights at Freddy’s: Violazione della sicurezza

Un’aggiunta confusa al franchising

Violazione della sicurezza di FNAF

Sebbene il franchise di Five Nights at Freddy’s vanti una fanbase devota, Security Breach mette in luce quanto la serie sia diventata tesa. Questo capitolo, caratterizzato da un’intelligenza artificiale problematica e da una navigazione poco intuitiva, non riesce a coinvolgere i giocatori né a far progredire in modo significativo la tradizione del franchise.

Invece di accogliere nuovi giocatori, rischia di alienarli con una trama confusa e un gameplay poco coerente, enfatizzando ulteriormente il declino qualitativo della serie. Per chi è attratto dal franchise, forse gli adattamenti cinematografici potrebbero essere più efficaci degli ultimi capitoli della serie.

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