
Stanco di digitare sulla tastiera? L’introduzione di “Hey Copilot” in Windows 11 promette un’assistenza vocale, simile all’interazione con il tuo smart speaker. Sebbene questa innovazione sembri avanzata, la domanda rimane: semplifica le nostre attività informatiche quotidiane o introduce nuovi problemi di privacy?
La visione di Microsoft sull’interazione vocale
A partire dal 16 ottobre 2025, Microsoft ha implementato “Hey Copilot” in Windows 11 per tutti gli utenti, non solo per gli utenti interni. Questa innovazione rappresenta l’ultimo sforzo di Microsoft per integrare l’intelligenza artificiale in modo più approfondito nell’informatica personale. Per attivare questa funzionalità, è sufficiente aprire l’app Copilot, andare su Impostazioni -> Modalità vocale e attivare l’ opzione “Ascolta ‘Hey Copilot'” per avviare le interazioni.

Una volta attivato, gli utenti possono attivare Copilot semplicemente pronunciando “Ehi Copilot”.Questo comando vocale consente di modificare le impostazioni, riassumere documenti o persino fare acquisti online senza dover usare le mani. Questa funzionalità si basa sugli elementi fondamentali di Microsoft Copilot, superando i limiti di Cortana per offrire un’esperienza di intelligenza artificiale più agile, almeno in teoria.
Sebbene tali funzionalità possano risultare interessanti per gli utenti domestici occasionali che cercano assistenza a mani libere, i professionisti e gli individui attenti alla privacy devono valutare il compromesso tra praticità e controllo.
Sebbene Microsoft lo definisca uno sviluppo rivoluzionario, sembra più una ripetizione di strumenti esistenti come Siri o Alexa, soprattutto considerando i problemi di privacy legati a tecnologie precedenti come Recall.
Esplorazione delle capacità e dei limiti di “Hey Copilot”
Dopo aver abilitato “Hey Copilot”, la funzionalità inizia rilevando il microfono locale. Inizia l’elaborazione cloud solo dopo aver ricevuto la frase di attivazione, inviando l’audio ai server Microsoft per l’interpretazione. Gli utenti possono quindi ordinare a Copilot di eseguire attività come “riepilogare questo documento”, utilizzare Vision per la risoluzione dei problemi tramite la scansione delle schermate e automatizzare le attività ripetitive.

I primi feedback dei primi utenti sono stati orientati al positivo, soprattutto negli ambienti più silenziosi, con segnalazioni che finora non indicano crash o rallentamenti significativi. Tuttavia, è essenziale riconoscere che il sistema ha i suoi difetti. A volte interpreta male gli accenti, può presentare ritardi nei comandi più complessi e a volte trasmette un’impressione di script piuttosto che di conversazione. Impostazioni rumorose potrebbero causare trigger involontari, complicando il flusso di lavoro.
Nella mia esperienza, sebbene gestisca in modo competente le attività di base, risulta carente negli scenari più impegnativi.
La linea sottile: quando l’attivazione vocale è utile
L’attivazione vocale dimostra il suo valore in contesti specifici. Migliora significativamente l’accessibilità, consentendo agli utenti con mobilità ridotta di accedere alle applicazioni o dettare note senza problemi. Inoltre, se combinata con le funzionalità Android di Copilot, offre un’esperienza più fluida su più dispositivi.
Inoltre, l’attivazione vocale può migliorare il multitasking occasionale; ad esempio, è possibile modificare un documento mentre si chiede a Copilot di riassumere i punti chiave. Tuttavia, ci sono degli svantaggi da considerare. L’attivazione potrebbe consumare un ulteriore 10-15% della batteria dei laptop, influendo sulla portabilità per gli utenti in movimento. In ufficio, attivazioni accidentali o comandi vocali mal interpretati durante le riunioni possono causare interruzioni. Per le attività critiche, le risposte meccaniche dell’IA e il ritardo occasionale possono compromettere la concentrazione, rendendola più un ostacolo che un aiuto.
Gli assistenti vocali percorrono un sentiero precario tra supporto e fastidio. I tentativi passati di Siri, Alexa e Google Assistant di implementare il conversational computing hanno incontrato dei limiti.”Hey Copilot” potrebbe affrontare sfide simili a meno che non si evolva oltre i comandi semplicistici e impari ad anticipare il contesto dell’utente in modo più efficace.
Le considerazioni cruciali sulla privacy
La privacy rimane una preoccupazione centrale per qualsiasi funzionalità basata sull’intelligenza artificiale. Microsoft afferma che “Hey Copilot” non esegue registrazioni continue e garantisce che i dati vocali siano gestiti nel rispetto delle normative sulla privacy regionali, come il GDPR. Di conseguenza, le tue interazioni non contribuiranno ai database di addestramento dell’intelligenza artificiale.
Sebbene questa rassicurazione sia confortante e la funzionalità di opt-in contribuisca a mantenere il controllo dell’utente, non è del tutto infallibile. I potenziali rischi includono l’accesso non autorizzato all’audio e alle condivisioni dello schermo dopo il risveglio, che ricordano fallimenti passati come i problemi di dati non crittografati di Recall.
Se la privacy è un problema, gli utenti possono disattivare rapidamente la funzione accedendo all’app Copilot, andando su Impostazioni -> Modalità vocale e disattivando Ascolta “Hey Copilot” per avviare le conversazioni.

Per chi desidera andare oltre, sono disponibili opzioni per rimuovere completamente Copilot o per proteggersi dalla raccolta di dati tramite intelligenza artificiale. I professionisti attenti alla privacy, in particolare quelli che gestiscono documenti sensibili, dovrebbero dare priorità a queste protezioni. Gli utenti occasionali, pur essendo a minor rischio, dovrebbero rimanere vigili sulle potenziali implicazioni.
Una caratteristica da osservare piuttosto che da abbracciare con fretta
“Hey Copilot” migliora Windows 11 integrando l’intelligenza artificiale con funzionalità vocali, visive e di azione, creando un’esperienza apparentemente interattiva per gli utenti che dipendono dal controllo vocale. Con l’introduzione delle funzionalità pianificate per la memoria di Copilot e le risposte personalizzate, le sue capacità non potranno che migliorare nel tempo.
Tuttavia, è importante notare che potrebbe non essere all’altezza delle aspettative. La praticità offerta dai comandi vocali potrebbe non giustificare i rischi per la privacy associati, nonostante le funzionalità di ascolto locale integrate. La prospettiva di avere un assistente AI pronto all’uso con microfono e sempre operativo può sembrare invadente.
Inoltre, il consumo della batteria e i problemi di affidabilità possono generare frustrazione, spingendo gli utenti ad adottare una tecnologia che potrebbe non essere in linea con le loro esigenze. Sebbene gli utenti occasionali possano occasionalmente esplorare questa funzionalità, si consiglia ai professionisti di affrontarla con cautela. In definitiva, l’assistenza fornita potrebbe comportare un costo in termini di fiducia e adattamenti superiore ai vantaggi offerti.
In conclusione, sebbene “Hey Copilot” offra una visione avvincente del futuro, al momento manca di precisione nel bilanciare privacy ed efficienza quotidiana. Spetta a ciascun utente decidere quando sentirsi a proprio agio nell’ascoltarlo.
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