I film body horror spesso prosperano su immagini inquietanti, ma quando si intrecciano con una narrazione potente, raggiungono nuove vette. Grafted , molto simile a The Substance , si addentra negli standard di bellezza, sebbene presenti una prospettiva distintiva attraverso la lente di un protagonista asiatico.
Invece di concentrarsi sull’industria dell’intrattenimento, Grafted esplora i profondi effetti della xenofobia e la lotta per conformarsi affrontata dalle persone di colore. La trama ruota attorno a Wei, una giovane ragazza cinese interpretata da Joyena Sun, che possiede un distinto neo genetico. Wei si reca in Nuova Zelanda per un’opportunità nella ricerca medica, ma invece di essere accolta da suo cugino e dai suoi coetanei, si ritrova alienata.
Mentre inizia ad applicare la ricerca del padre sull’innesto cutaneo, Wei precipita in una traiettoria oscura e inquietante. Gli elementi dell’orrore corporeo in Grafted sono sfacciatamente raccapriccianti, e servono a sconvolgere e sfidare lo spettatore. Si distingue dall’orrore corporeo convenzionale di Hollywood iniettando prospettive culturali e tematiche uniche.
Il film affronta efficacemente i problemi di xenofobia, assimilazione e standard di bellezza della società attraverso una narrazione autentica. La cugina di Wei, Angela, interpretata da Jess Hong, incarna la lotta del rifiuto della sua eredità cinese in favore dell’accettazione tra i suoi amici non asiatici, in particolare cercando di ottenere l’approvazione della sua amica prevenuta, Eve (Eden Hart). Angela cerca di far vergognare Wei per aver abbracciato la sua cultura, illustrando come la vergogna interiorizzata opera nelle relazioni.
Senza rivelare i colpi di scena scioccanti che spingono la trama in territorio caotico, vale la pena notare che l’incontro di Wei con uno dei suoi professori finisce disastrosamente fuori dai binari. Rispecchiando le dinamiche del mondo reale, questo professore tenta di prendersi il merito della ricerca condotta da Wei e da suo padre, costringendo Wei a prendere misure drastiche e violente per proteggere il loro lavoro. Ciò si traduce in alcune delle sequenze più intense e grafiche del film, evidenziando la trasformazione di Wei mentre abbandona i suoi tentativi di cortesia.
Un’esperienza narrativa unica
Fare paragoni tra Grafted e The Substance mina la narrazione unica del film. Le diverse prospettive offerte in Grafted lo distinguono, mostrando una profonda profondità nei suoi temi. Questa profondità è in gran parte attribuita alla regia e alla scrittura ponderate che accentuano i momenti scomodi, mescolando efficacemente l’orrore corporeo con la tensione psicologica.
Il cast offre performance encomiabili, con Joyena Sun che emerge come un talento eccezionale nel suo debutto cinematografico. La sua interpretazione porta Wei da un personaggio dai modi gentili a uno deliziosamente squilibrato, in particolare durante le scene più scioccanti del film. La simpatia che suscita per il suo personaggio è una testimonianza della sua performance, catturando l’attenzione del pubblico in mezzo al caos.
Il terzo atto del film si svolge in un turbine di pandemonio, evitando i tradizionali finali felici. La questione esistenziale dell’intento del film rimane aperta all’interpretazione. Tuttavia, è chiaro che le narrazioni che coinvolgono temi da “scienziato pazzo” spesso portano a conseguenze disastrose, un destino riecheggiato in classici come Re-Animator (1985) e voci più recenti come The Angry Black Girl and Her Monster (2023), entrambi caratterizzati da conclusioni altrettanto cupe.
Il commento sociale risonante abbinato a una donna di colore che occupa il ruolo principale, insieme a performance eccezionali, culminano in un’esperienza di visione coinvolgente. Grafted merita sicuramente il vostro tempo, soprattutto se accompagnato da qualche spuntino e una coperta accogliente.
Lascia un commento