“Ogni piccolo dittatore perde”: il nuovo ruolo di Mark Ruffalo ispira speranza nei tumulti politici

“Ogni piccolo dittatore perde”: il nuovo ruolo di Mark Ruffalo ispira speranza nei tumulti politici

Il lato oscuro e speranzoso dei dittatori in Mickey 17 di Mark Ruffalo

Nell’attesissimo seguito del film acclamato dalla critica Parasite di Bong Joon Ho, intitolato Mickey 17, l’attore Mark Ruffalo ha esplorato i complessi temi del potere e della tirannia. Ruffalo, che interpreta il ruolo di Kenneth Marshall, un politico corrotto descritto come “il più ridicolo e folle cattivo”, ha condiviso spunti tratti dalla sua esperienza sul set. Abbracciando un personaggio che rappresenta un mix di tiranni storici dell’ultimo secolo, ha trovato la rappresentazione sia emozionante che divertente, riflettendo un’interessante deviazione dai suoi soliti ruoli.

La natura della tirannia

Il personaggio di Ruffalo, che incorpora tratti di “piccoli dittatori” ed elementi di fanatismo religioso, funge da metafora per gli aspetti più oscuri della leadership politica. Mentre discuteva della sua ricerca sui dittatori storici, l’attore ha fatto una toccante scoperta: “I dittatori finiscono tutti allo stesso modo”.In un’intervista con la CNN, ha osservato la natura transitoria di tali regimi, sottolineando che, nonostante la brutalità che spesso accompagna il loro governo, “alla fine, il popolo vince sempre”.

Il costo della speranza

È importante riconoscere i danni collaterali inflitti dai dittatori durante la loro caduta dal potere. Ruffalo ha notato il doloroso viaggio verso la realizzazione e l’eventuale trionfo, affermando: “Ci vuole solo un po’ di tempo e un po’ di sofferenza, cose orribili, sai, terribili. Ma dobbiamo ricordare che noi vinciamo sempre e loro perdono sempre”.Questa dichiarazione offre una prospettiva di resilienza in mezzo alle avversità.

L’arte riflette i tempi turbolenti

È interessante notare che Mickey 17 è stato girato nel 2022, ma i suoi temi risuonano profondamente alla luce dell’attuale panorama politico. Ruffalo ha sottolineato che il film sembra “in un certo senso profetico”, soprattutto con lo sfondo di una potenziale seconda presidenza di Trump. La narrazione segue Mickey, che partecipa a un programma sacrificabile, in cui la morte è semplicemente un inconveniente mentre nuovi corpi vengono rigenerati. Tuttavia, ne consegue il caos quando Mickey viene presunto morto, solo per vedere emergere una nuova versione di se stesso, portando a conflitti con un sistema governativo corrotto che lo considera superfluo.

Implicazioni e prospettive più ampie

Ruffalo non è l’unico membro del cast a vedere una rilevanza contemporanea nella storia. Toni Collette, che interpreta Ylfa, l’astuta moglie di Marshall, ritiene che il messaggio del film sia ancora più significativo oggi che durante la sua produzione. Ha osservato: “Le cose sono peggiorate, quindi penso che sia probabilmente ancora più appropriato ora, al momento dell’uscita”.Al contrario, il regista Bong Joon Ho mantiene una posizione più neutrale sulle implicazioni contemporanee del film, suggerendo che, sebbene possano esserci dei parallelismi, l’attenzione dovrebbe rimanere sul godimento della sua narrazione fantascientifica: “Questo è solo un film di fantascienza. Godetevi la fantasia”.

Mentre Mickey 17 si prepara ad arrivare nei cinema il 7 marzo, gli spettatori potrebbero trovare nel film un mix di racconti ammonitori e un filo di speranza, che ci ricordano che i momenti più bui possono dare vita a narrazioni avvincenti.

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