
Le continue battaglie legali di Google sono un argomento caldo da un po’ di tempo, con molti osservatori che inizialmente hanno ipotizzato che il Dipartimento di Giustizia (DOJ) dell’amministrazione Trump potrebbe modificare il suo approccio. Tuttavia, sembra improbabile che si materializzi un risultato diverso. Il DOJ ha perseguito una cessione a causa di presunte violazioni delle leggi antitrust da parte del titano della tecnologia, mentre Google ha costantemente difeso le sue pratiche.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti resta fermo sulla sua posizione nel tentativo di smantellare Google
Di fronte a un rigoroso controllo normativo, Google si trova in una fase critica che potrebbe ridefinire il suo panorama operativo. Le accuse di comportamento monopolistico hanno portato a conclusioni secondo cui l’azienda mantiene una presa ingiusta sul mercato dei motori di ricerca, influenzando negativamente i concorrenti. Come rimedio, il giudice Amit Mehta ha proposto che Google potrebbe essere costretta a vendere il suo browser Chrome per mitigare la sua presa monopolistica.
Google ha contestato con veemenza questa proposta, sostenendo che misure così drastiche superano i requisiti legali e potrebbero potenzialmente danneggiare i consumatori e l’economia in generale. In risposta, l’azienda ha avanzato la propria proposta, esortando il Dipartimento di Giustizia a riconsiderare la spinta per la vendita di Chrome. L’argomentazione di Google si basa su preoccupazioni per la sicurezza nazionale, sottolineando che i cambiamenti normativi dovrebbero concentrarsi sull’imposizione di determinate restrizioni piuttosto che sullo smantellamento dei servizi principali.
Mentre alcuni credevano che il DOJ avrebbe potuto ammorbidire la sua posizione in mezzo alla difesa di Google, un recente deposito indica una posizione risoluta da parte del governo. La proposta rivista sottolinea la necessità di cambiamenti strutturali significativi all’interno di Google, sottolineando che il predominio dell’azienda nei servizi di ricerca online è illegale. In particolare, l’ultima spinta del DOJ include misure affinché Google dismetta non solo Chrome ma potenzialmente anche il sistema operativo Android.
In base ai rimedi proposti dal DOJ, verrebbero imposte restrizioni a Google in merito agli accordi che stabiliscono il suo motore di ricerca come opzione predefinita su varie piattaforme e dispositivi. Inoltre, Google sarebbe obbligata a informare le autorità di regolamentazione prima di intraprendere nuovi progetti o partnership. Tuttavia, vale la pena menzionare che la prevista cessione degli investimenti nell’intelligenza artificiale non figura in modo prominente nelle attuali proposte come inizialmente indicato dai querelanti.
Le prossime udienze relative a questa proposta sono previste per aprile 2025, con una potenziale scissione di Google pianificata per agosto 2025. Questo caso rappresenta un momento cruciale nel precedente legale, segnando una delle azioni antitrust più assertive della storia recente, con implicazioni significative per il settore tecnologico in generale.
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