Nella straziante storia di sopravvivenza rappresentata in La società della neve – un film diretto da Juan Antonio Bayona che ruota attorno al disastro aereo uruguaiano del 1972 sulle Ande – Numa Turcatti emerge come un personaggio toccante, sia nella vita che nella morte.
Il film è stato presentato per essere preso in considerazione nella categoria Miglior lungometraggio internazionale alla 96esima edizione degli Academy Awards. In questo articolo, approfondiamo il destino di Numa all’interno della narrazione, la scelta unica di renderlo narratore e la conclusione di grande impatto del film.
Numa sopravvive nella Società della Neve?
Il viaggio di Numa Turcatti in La Società della Neve è segnato dalla tragedia. Come uno dei passeggeri dello sfortunato volo dell’aeronautica uruguaiana che si schiantò sulle Ande nel 1972, Numa, interpretato da Enzo Vogrincic Roldan, muore a causa delle ferite riportate da una valanga l’11 dicembre.
Nonostante non sia sopravvissuta alla dura prova, Numa continua a svolgere un ruolo cruciale nel film, fungendo da narratore attraverso una voce fuori campo. La scelta, fatta dal regista J. A. Bayona per onorare tutti coloro che erano sull’aereo, aggiunge un livello unico alla narrazione.
Perché Numa era il narratore?
La decisione di Bayona di rendere Numa Turcatti la narratrice de La Società della Neve ha un significato profondo.
Mentre il film racconta la sopravvivenza di una squadra di rugby uruguaiana dopo un terribile incidente aereo, Numa, che non è riuscita a tornare a casa, diventa la voce che guida la narrazione.
Il suo ruolo di outsider, che originariamente non faceva parte della squadra, apporta una prospettiva distintiva alla storia. La scelta è in linea con l’intenzione del regista di enfatizzare i resoconti di coloro che sono morti a causa dei sopravvissuti, offrendo un punto di vista fresco e avvincente.
Il personaggio di Numa, nonostante sia uno dei sopravvissuti più silenziosi, si rivela determinante nel plasmare il tono del film. Interagendo con i dilemmi affrontati dal gruppo, in particolare per quanto riguarda la difficile decisione di ricorrere al cannibalismo per sopravvivere, il processo mentale di Numa diventa un punto focale.
La sua posizione unica come ultima persona a soccombere alle dure condizioni della montagna aggiunge uno strato di tragedia alla narrazione. Anche nella morte, la storia di Numa diventa fonte di ispirazione per i sopravvissuti rimasti, motivandoli a resistere e perseverare.
Cosa succede alla fine di Society of the Snow?
Verso la conclusione di Society of the Snow, mentre i sopravvissuti sono alle prese con condizioni estreme, diversi passeggeri soccombono alle temperature gelide e alle valanghe.
La morte di Numa Turcatti, provocata da un infortunio alla gamba riportato mentre navigava in una forte neve, diventa un punto di svolta per il gruppo.
Nonostante la perdita, la scomparsa di Numa funge da catalizzatore, riaccendendo la determinazione dei sopravvissuti a continuare la loro lotta per la sopravvivenza. Altre due figure chiave, Roberto Canessa (Matías Recalt) e Nando Parrado (Agustin Pardella), emergono come leader del gruppo.
Si imbarcano in un viaggio pericoloso, cercando la coda dell’aereo con la speranza di trovare le batterie per la radio. Nando prevede un trekking di 10-12 giorni attraverso l’impegnativo terreno andino.
In una straordinaria dimostrazione di resilienza, i due attraversano con successo il territorio insidioso, raggiungendo i confini del Cile e infine portando in soccorso di i restanti 14 sopravvissuti.
Il ritratto di Enzo Vogrincic si allinea perfettamente con le descrizioni fornite dal collega sopravvissuto Fernando Parrado nel libro di Pablo Vierci, su cui è basato il film. Gli spettatori possono guardare il film su Netflix.
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