Panoramica degli Onsen misti in Giappone
- Il bagno misto è una pratica culturale in Giappone fin dal IX secolo.
- Storicamente, le prospettive occidentali sono state critiche nei confronti degli onsen misti.
- Il termine “alligatore” descrive gli individui che si comportano in modo inappropriato nelle sorgenti termali e deriva dalla parola giapponese “wani”.
Sommario
Attenzione: questo articolo contiene discussioni riguardanti molestie e aggressioni sessuali.
Nella serie anime Dandadan , un momento particolarmente inquietante si verifica nella stagione 1, episodio 12 intitolato “Andiamo alla casa maledetta”. In questo episodio, il personaggio Momo incontra diversi uomini predatori in un ambiente termale misto. Questi individui si riferiscono a “alligatori”, un termine gergale per gli uomini che inseguono le sorgenti termali cercando di predare gli altri. Per coloro che non hanno familiarità con la cultura giapponese, l’origine di questo termine potrebbe sorprendere.
La parola “gator” deriva dal giapponese “wani”, che si riferisce a una creatura mitologica simile a una lucertola. Sebbene le sorgenti termali miste, o onsen, siano sempre più rare, coloro che cercano di sfruttare questi spazi sono spesso definiti “Wani otoko”, che significa “uomini coccodrillo”. Continua a leggere per una comprensione più approfondita degli alligatori, del significato storico del bagno misto e dei cambiamenti culturali che hanno influenzato la prospettiva moderna su questa pratica.
La rarità delle sorgenti termali miste oggi
Un tempo comune in Giappone, il bagno misto è ora una pratica rara, essendo ampiamente caduto in disgrazia a partire dal 1800. Questa trasformazione può essere attribuita all’influenza della società occidentale, che ha iniziato a considerare la nudità un argomento tabù durante quel periodo. Nonostante questo declino, alcuni onsen misti sono sopravvissuti per generazioni.
Contesto storico dell’Onsen misto
La tradizione del bagno misto, noto come “Konyoku”, è profondamente radicata nella cultura giapponese e risale al IX secolo. Ha svolto un ruolo significativo nella vita sociale durante il periodo Edo (1603-1868), con i bagni pubblici che fungevano da punti di ritrovo sociali chiave in cui uomini e donne potevano interagire liberamente.
Fare il bagno insieme incarna l’enfasi culturale giapponese sulla comunità e l’identità collettiva, in contrasto con l’ethos individualistico prevalente in molte società occidentali. Il concetto di “wa”, che significa armonia all’interno di un gruppo, sostiene gli aspetti comunitari di Konyoku.
In questo contesto, l’etichetta è fondamentale: ci si aspetta che i bagnanti mantengano rispetto e riservatezza, evitando il contatto visivo con gli altri e assicurando un’igiene adeguata lavandosi prima di entrare nella vasca. Tali pratiche consentono agli individui di abbracciare la nudità senza oggettificazione, mostrando un approccio culturalmente neutrale a questo aspetto dell’esperienza umana.
Atteggiamenti culturali verso gli onsen misti
Tuttavia, durante la Restaurazione Meiji (1868), la tradizione Konyoku affrontò sfide significative man mano che gli ideali occidentali guadagnavano influenza. Molte culture occidentali avevano visioni più puritane sulla nudità, equiparandola alla sessualità. Di conseguenza, l’immagine del bagno misto divenne sempre più disapprovata.
Entro il XX secolo, molti bagni pubblici tradizionali sono passati a strutture divise per genere per allinearsi a queste percezioni in evoluzione. Oggi, gli onsen misti rimasti si trovano spesso in regioni remote del Giappone. Per affrontare i problemi di sicurezza, alcuni stabilimenti hanno designato orari riservati alle donne per creare un ambiente di balneazione più confortevole e sicuro.
Capire gli “alligatori”: una tendenza inquietante
Sebbene il bagno misto sia tradizionalmente caratterizzato dal rispetto reciproco, purtroppo ci sono coloro che minano questo ethos. In Dandadan , i personaggi predatori noti come “alligatori” esemplificano questa preoccupante tendenza.
L’etimologia del termine “Wani”
La terminologia associata a “gators” risuona con il pubblico occidentale; la sua connotazione è immediatamente riconoscibile. Tuttavia, è importante notare che i coccodrilli o gli alligatori non vivono in Giappone. Invece, “wani” si riferisce a uno yokai del folklore giapponese, creature marine serpentine che assomigliano a draghi.
Wani non solo affascina con il suo aspetto da drago, ma possiede anche la capacità di trasformarsi in forme umane, dando origine al concetto di “wani otoko”. Questo contesto folcloristico arricchisce la comprensione di come queste figure vengono percepite nelle storie, evidenziando l’intersezione tra mito e questioni sociali.
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