Approfondimenti dal nuovo rapporto sui problemi di sviluppo di Dragon Age: The Veilguard e l’impatto di EA sulla transizione al servizio live di BioWare

Approfondimenti dal nuovo rapporto sui problemi di sviluppo di Dragon Age: The Veilguard e l’impatto di EA sulla transizione al servizio live di BioWare

Sfide nello sviluppo di Dragon Age: The Veilguard

Una recente analisi di Jason Schreier di Bloomberg esplora il tumultuoso percorso dell’attesissimo gioco Dragon Age: The Veilguard. Il rapporto evidenzia come la persistente pressione esercitata dai vertici di EA affinché convertisse BioWare in uno studio di sviluppo live-service abbia ostacolato il potenziale del gioco, influendone in ultima analisi sulla qualità.

Il lancio deludente

Al suo rilascio, il 31 ottobre 2024, The Veilguard non ha soddisfatto le aspettative generate dalla sua pausa decennale. Molti fan sono rimasti insoddisfatti, in particolare per la narrazione, un segno distintivo della reputazione di BioWare. Nonostante i numeri iniziali impressionanti, che hanno battuto i record per i titoli single-player di EA, il gioco non ha soddisfatto le aspettative, raggiungendo solo 1, 5 milioni di giocatori entro gennaio 2025, numeri ben al di sotto delle previsioni.

Fallimenti e licenziamenti nello streaming

In seguito a questi dati deludenti, EA ha adottato misure drastiche, che hanno portato al licenziamento di diversi sviluppatori di BioWare poco dopo il lancio del gioco. Schreier afferma che sia stato un miracolo che un gioco sia stato finalmente pubblicato, considerando la miriade di sfide incontrate durante il suo sviluppo.

Le montagne russe dello sviluppo

Il nocciolo della questione risiede in un cambiamento significativo avvenuto durante la produzione. Originariamente concepito come progetto multigiocatore e live-service, la direzione è cambiata nelle fasi finali, concentrandosi su un’esperienza per giocatore singolo. Secondo le interviste con gli sviluppatori, questa transizione ha creato profonde complicazioni, con meccaniche persistenti del concept originale che persistono nel prodotto finale. L’attuale responsabile dello studio, Gary McKay, ha osservato che il ritorno al single-player aveva lo scopo di riconcentrarsi sui punti di forza di BioWare, ma ha concesso solo un anno per adattare un gioco concepito per un gameplay completamente diverso.

Modifiche apportate in un crunch

Con l’avanzare dello sviluppo e una scadenza sempre più ravvicinata, molti dei design originali, incluso uno stile di dialogo sarcastico che ricordava le interazioni multigiocatore, sono stati modificati frettolosamente dopo le critiche ricevute da Forspoken. Il tempo limitato ha costretto gli sviluppatori a implementare scelte narrative inizialmente ritenute superflue per un formato multigiocatore, con il risultato di inserire a forza nell’esperienza elementi di gameplay frettolosi ma essenziali.

La ricerca della qualità

Nel luglio 2024, mesi prima del lancio, BioWare sottolineò che i lunghi tempi di sviluppo erano dovuti al desiderio di perfezionare il gioco. Tuttavia, questo rapporto suggerisce che la lunghezza del processo fosse in gran parte dovuta alla difficoltà di cambiare completamente genere, piuttosto che al semplice puntare alla qualità.

Il futuro di BioWare

Il rapporto si è concluso con una cupa riflessione dell’analista di TD Cowen, Doug Creutz, il quale ha affermato che, dati i continui problemi di BioWare e la necessità di EA di titoli single-player di valore, la possibilità di una chiusura di BioWare non era poi così remota. Creutz ha dichiarato: “Se chiudessero i battenti domani, non sarei poi così sorpreso. Sono passati più di dieci anni dall’ultima volta che hanno prodotto un successo”.

Riflessioni sulla saga dello sviluppo

La storia di The Veilguard serve da esempio ammonitore delle insidie ​​che derivano da un’ossessione aziendale per i giochi live-service, che inseguono gli stessi modelli di guadagno che si sono dimostrati vincenti per titoli come Fortnite. Sebbene ci siano elementi di The Veilguard che risuonano tra i fan, solleva la questione di cosa sarebbe potuto accadere se agli sviluppatori fosse stato permesso fin dall’inizio di dedicarsi a un Dragon Age più tradizionale, incentrato sul single-player.

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