‘Andor’ Stagione 2: Politica rivoluzionaria in arrivo, contrariamente alle affermazioni del creatore Tony Gilroy

‘Andor’ Stagione 2: Politica rivoluzionaria in arrivo, contrariamente alle affermazioni del creatore Tony Gilroy

Lucasfilm ha svelato l’attesissimo trailer della seconda stagione di Andor, una serie che si distingue per essere una delle più apertamente politiche nell’universo di Star Wars dai tempi della trilogia originale di George Lucas.

La seconda stagione di Andor debutterà su Disney+ il 22 aprile 2025, dopo un percorso di produzione turbolento. Questa serie di spionaggio-thriller è ambientata nel periodo che precede gli eventi di Rogue One: A Star Wars Story e ha ricevuto il plauso della critica dopo il suo debutto nell’agosto 2022. La serie ha persino ottenuto un prestigioso Peabody Award, evidenziando il suo impatto significativo nel panorama dell’intrattenimento.

Con Diego Luna nel ruolo di Cassian Andor, la serie racconta il viaggio di questo contrabbandiere disilluso che si ritrova coinvolto con l’Alleanza Ribelle in seguito a una missione fallita. La prima stagione esplora in modo intricato l’evoluzione di Cassian in un eroe riluttante, plasmato dalle sue relazioni con personaggi chiave come Luthen Rael (interpretato da Stellan Skarsgård) e Maarva Andor (Fiona Shaw).Il pubblico viene anche introdotto ai meccanismi oscuri dell’Impero attraverso personaggi come Mon Mothma (Genevieve O’Reilly), Dedra Meero (Denise Gough) e Syril Karn (Kyle Soller).

Approfondimento dei temi politici nella seconda stagione di Andor

Il trailer appena rilasciato suggerisce che la prossima stagione di Andor approfondirà ancora di più i temi politici della serie. Con momenti notevoli come il manifesto stimolante di Karis Nemik (Alex Lawther) — “Ricorda che la frontiera della Ribellione è ovunque. E persino il più piccolo atto di insurrezione spinge le nostre linee in avanti” — e l’appello postumo di Maarva a “Combattere l’Impero!”, la serie ha costantemente enfatizzato la sua narrazione politica. La tempistica dell’uscita della stagione aggiunge un intrigante strato di rilevanza alle questioni contemporanee.

Il trailer della seconda stagione stabilisce ulteriormente il tono con la sua selezione musicale. Aprendosi con “The Revolution Starts Now” di Steve Earle, una canzone emblematica delle proteste del mondo reale, la narrazione visiva è punteggiata da scene che ricordano le proteste contemporanee contro l’autoritarismo. In particolare, Cassian pone provocatoriamente la domanda a una folla di ribelli: “Vuoi combattere o vuoi vincere?” Questa sfida retorica allude alle complessità strategiche della ribellione e della resistenza.

Riflettere sui problemi del mondo reale attraverso le narrazioni di fantascienza

Mentre le dinamiche politiche negli Stati Uniti diventano sempre più polarizzate, l’arrivo della seconda stagione di Andor coincide con una tendenza globale più ampia verso l’autoritarismo. Sebbene non sia l’obiettivo della Disney etichettare esplicitamente Andor come una narrazione anti-Trump, l’insistenza dello scrittore e ex produttore della serie Tony Gilroy sul fatto che la narrazione non sia intrinsecamente politica solleva delle domande.

In un’intervista con IndieWire nel 2022, Gilroy ha affermato che le sfumature politiche di Andor non sono state una scelta di design deliberata, ma sono emerse in modo organico. Ha sottolineato la tendenza dei media che esplorano temi di oppressione e fascismo a riflettere le realtà sociali, un sentimento che risuona profondamente con i potenziali temi della prossima stagione.

“È molto piacevole, d’altra parte, guardare le persone discutere e trovare cose che siano applicabili, ma la mia responsabilità principale è verso i personaggi e creare una storia d’avventura. Questa è una storia avvincente ed è una storia d’avventura, e c’è molta più energia che va nella trama e nell’aspetto della storia d’avventura di essa: nessuno se ne sta lì a pensare a cosa dovremmo fare politicamente. Succede semplicemente istintivamente”.

Gilroy ha elaborato affermando: “Qualunque risonanza contemporanea abbia, di solito è nell’occhio di chi guarda. L’oppressione è oppressione. Puoi far cadere l’ago in qualsiasi punto di questo pianeta negli ultimi 6.000 anni, e puoi trovarlo. Tutte queste cose sono uguali. Non sto schivando la domanda, ma non è nella mia mente mentre lo faccio”.

La domanda rimane: Gilroy sta minimizzando la natura politica di Andor o sta davvero trasmettendo il suo processo di scrittura? Gli scrittori spesso scoprono la traiettoria della loro narrazione mentre sviluppano le loro storie. Tuttavia, considerando quanto inequivocabilmente la prima stagione abbia affrontato questi temi, la trasparenza sul commento sociale della serie sembra appropriata, soprattutto dato il clima attuale.

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