
Lancio della beta multigiocatore di Call of Duty: Black Ops 7
La beta multigiocatore di Call of Duty: Black Ops 7 è stata ufficialmente aperta al pubblico il 5 ottobre, dopo un weekend di accesso anticipato. Tuttavia, anche durante questa fase iniziale, i giocatori hanno subito segnalato un afflusso di cheater che hanno interrotto l’esperienza di gioco.
Activision affronta le preoccupazioni relative agli imbrogli
Mentre la beta passa dall’accesso anticipato alla piena disponibilità al pubblico, Activision ha condiviso un aggiornamento sulle sue misure anti-cheat. In un post esaustivo su X (ex Twitter), l’azienda ha dichiarato di aver identificato con successo il “97% dei cheater” entro soli 30 minuti dal primo accesso.
Misure anti-cheat avanzate
Il Team Ricochet ha dichiarato: “Gli imbroglioni erano attesi”, sottolineando che i loro sistemi migliorati contrastano efficacemente i potenziali abusi. L’integrazione di controlli TPM 2.0 rafforzati e sistemi automatizzati avanzati ha portato a una rapida eliminazione dei tentativi di imbroglio.”La maggior parte degli imbroglioni è stata rimossa prima di poter partecipare a una partita”, ha osservato il team. Hanno rassicurato la community: “Monitoriamo in tempo reale e interveniamo su ogni incidente che osserviamo”.
In vista del lancio ufficiale, il Team Ricochet promette che “ogni livello di protezione sarà pienamente operativo” e che le loro difese anti-cheat continueranno a evolversi e rafforzarsi.
Efficacia delle contromisure contro l’imbroglio
Nelle sue comunicazioni, Activision ha affermato che meno dell’1% dei tentativi di cheat è riuscito a entrare nel gameplay, e coloro che lo hanno fatto sono stati espulsi nel giro di pochi minuti. Team Ricochet ha anche sottolineato il suo approccio proattivo contro i venditori di cheat, sottolineando di aver facilitato la chiusura di oltre 40 sviluppatori e rivenditori di cheat dall’uscita di Black Ops 6.
Reazioni della comunità
Mentre molti giocatori elogiano le misure adottate per contrastare gli imbrogli, alcuni hanno espresso malcontento riguardo alla protezione a livello kernel implementata da Activision. Affrontando queste preoccupazioni, il Team Ricochet ha spiegato che “nuove misure di sicurezza come TPM 2.0 e i controlli Secure Boot possono occasionalmente essere percepite come invasive”, ma sono essenziali per promuovere un ambiente di gioco sicuro e corretto.
In attesa
Indipendentemente dal fatto che le esperienze dei giocatori siano in linea con le affermazioni di Activision sulla beta, è evidente che l’azienda è intenzionata a contrastare il problema degli imbrogli in Call of Duty. Questo impegno si basa sull’accuratezza dei dati relativi all’esperienza multigiocatore.
I commenti dei giocatori sotto il post rivelano preoccupazioni che vanno dalle accuse di shadowban ingiusti allo scetticismo sull’efficacia delle misure reattive contro i cheater. Alcuni giocatori hanno persino segnalato continui incontri con i cheater durante le partite.
Per coloro che non hanno mai avuto a che fare con imbrogli, è possibile che si stiano semplicemente godendo la versione beta senza lamentarsi, il che evidenzia la tendenza del feedback a essere negativo sulle piattaforme social.
Il futuro degli sforzi anti-cheat
Sebbene Activision e il Team Ricochet si presentino come formidabili avversari contro i cheater, la vera misura del successo emergerà nei prossimi mesi. La sfida rimane se i cheater continueranno a essere un problema rilevante come negli anni precedenti.
“La lotta contro gli imbrogli è una sfida diffusa nel settore: ci impegniamo a guidare la carica”, hanno dichiarato Team Ricochet e Activision. Assicurano ai giocatori che stanno continuamente implementando nuovi sistemi durante la fase beta, perfezionando le loro protezioni sulla base del feedback e delle intuizioni della community per promuovere il fair play.
Lascia un commento